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RACKET CLUB | la recensione | Quest, PCVR

Provato su Meta Quest 2

Rimango sempre un po’ deluso dai videogiochi sportivi che si accontentano di essere una simulazione. Soprattutto in VR, dove il potenziale di immersione è altissimo e dove l’aspetto simulativo rischia sempre di risultare uno specchietto per le allodole. 

Va bene, la fisica della palla è perfetta, ma il gioco dov’è? 

Racket Club, ultima fatica dei talentuosi Resolution Games, si propone da subito come un gioco sportivo diverso, più ambizioso, pronto a dare uno scossone al panorama degli sport di racchetta.

Racket Club non è un gioco simulativo, per il semplice motivo che non adatta uno sport specifico per la realtà virtuale: piuttosto, si propone come un nuovo sport, che nasce e vive unicamente in VR. Si tratta di un ibrido tra tennis, padel, squash, insomma, sport che prevedono una racchetta, una pallina e quattro pareti. 

Le regole sono pensate per adattarsi perfettamente all’ambiente casalingo: Racket Club è un’esperienza roomscale, che non richiede al giocatore di lanciarsi in avanti o all’indietro – la palla ad esempio non può rimbalzare due volte sottorete, il che esclude le palle corte; e non può colpire direttamente la parete posteriore – e che riesce quindi ad aggirare molti dei problemi in cui incappano i tradizionali giochi di tennis, che devono trovare soluzioni quasi sempre macchinose e poco efficienti per farci muovere lungo il campo.

Le regole di Racket Club sono piuttosto semplici: stretti in un campo dalle dimensioni ridotte e circondato da quattro pareti, serviamo la palla underarm – cioè colpendola dal basso e non dall’alto – e la mandiamo nel campo avversario superando una rete. Possiamo scegliere una traiettoria diretta, oppure possiamo farla rimbalzare sulle pareti laterali. Per fare punto, la palla deve rimbalzare due volte nella metà campo, ma il secondo rimbalzo, quello decisivo, non può avvenire nella zona sottorete. La palla inoltre non può colpire la parete a fondocampo senza prima essere rimbalzata a terra. Si può giocare in singolo, uno contro uno, o in doppio, due contro due, e in quest’ultimo caso si aggiungono un paio di regole intuitive per chi già mastica gli sport di racchetta.

Questo è il gioco. Ma il videogioco?

Racket Club si presenta da subito con una veste grafica accattivante, che invece che inseguire il fotorealismo si concentra su una stilizzazione semplice ma assolutamente efficace. Gli ambienti di gioco si distinguono grazie a un’ottima direzione artistica, e i character model sono ricchi di personalità. Si tratta senza dubbio di pura speculazione, ma non posso fare a meno di pensare che Racket Club sia quel raro gioco sportivo che beneficia delle esperienze variegate del suo sviluppatore, non certo limitate alla simulazione di racchette e palline. 

E a proposito di simulazione, anche quella è eccellente. La palla si muove seguendo un perfetto compromesso tra un rimbalzo realistico e uno guidato, la forza dei colpi è ben riprodotta e il feeling generale è quello di un gioco immediato, divertente, che strizza l’occhio all’arcade e che si adatta con facilità a tutti i livelli di abilità. La curva di apprendimento è morbida, e ci si può divertire anche solo schiaffando la pallina dall’altra parte del campo senza troppi complimenti, ma i giocatori più esigenti avranno modo di “lavorare” i colpi in modo estremamente soddisfacente.

All’avvio di Racket Club ci troviamo in uno spazio che comprende un piccolo campo da allenamento dove ci si può esercitare sui colpi, completare qualche tutorial e sfidare un bot; un menu per accedere ai tornei single player, che offrono una buona varietà di ambientazioni e avversari; e un sistema di personalizzazione dell’avatar.

Ma il cuore pulsante del gioco, l’idea geniale che catapulta Racket Club nell’olimpo dei giochi di sport in VR, è, appunto, il club. Un hub multiplayer che funziona esattamente come un centro sportivo nel mondo reale, dove possiamo entrare, vagare tra i campi, incontrare altri giocatori, organizzare partite al momento, assistere a match già in corso. Non è l’unico modo per giocare online: un menu tradizionale ci permette di trovare amici e avversari con un sistema di matchmaking classico – che peraltro funziona  in modo sorprendentemente efficiente. Ma è sicuramente il modo più intrigante e coinvolgente per approcciarsi alla community nascente di un nuovo sport. Prendendo ispirazione dagli spazi condivisi di NBA2K e trasportandoli in realtà virtuale con l’aggiunta di un ottimo sistema di chat vocale, Racket Club riesce a proporre una versione più accogliente, accessibile e genuinamente social dello sport in VR, capace di ricordarci quali sono le vere potenzialità dei nostri amati headset.

Non parliamo di un gioco perfetto sotto ogni aspetto. Nonostante la quantità di contenuti ben sopra la media, la modalità single player di Racket Club soffre di un’AI purtroppo insufficiente, che è possibile mandare in tilt con troppa facilità. Le animazioni degli avatar, sia quelli controllati dalla CPU che quelli controllati dagli altri giocatori, sono ancora troppo goffe e incoerenti. Durante le partite online è molto evidente un problema di lag che il gioco compensa in modo funzionale, ma che rende poco piacevoli certi match – costringendoci a reagire all’ultimo momento al rimbalzo della pallina piuttosto che in grado di prevederne il comportamento.

Ma la base di partenza c’è. Nessuno di questi difetti è strutturale, né compromette il potenziale immenso di un titolo che può e deve continuare a crescere e a migliorarsi.

Racket Club arriva sul mercato con le idee chiare su come come innovare lo sport in VR. Proponendo un nuovo gioco, con regole tagliate su misura per gli spazi casalinghi, e uno spazio social che rende l’esperienza eccitante e coinvolgente, il titolo di Resolution Games ha tutte le carte in regola per diventare un pilastro del gaming VR, almeno per gli appassionati di sport. Uno di quei giochi che non disinstalli mai.






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Ruggero Melis

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