Giocato su PlayStation 5 (in modalità framerate)
Videogame: The Videogame lo definiva Tim Rogers Gears of Wars, forse il più importante TPS della storia del gaming moderno, che racchiudeva – secondo lui – tutti gli elementi ludici che fanno un videogioco tale, a prescindere da quelle sovrastrutture più contemporanee saccheggiate da media paralleli. Azzarderei però a dire che non esisterebbe né Gears of War, né qualunque TPS come lo conosciamo oggi, senza Resident Evil 4: il capolavoro di Shinji Mikami che nel 2005 diede uno scossone non solo al franchise di Resident Evil, ma all’intera industria videludica. Resident Evil 4 è il mio Videogame: The Videogame, ovvero quel videogioco che ha al suo interno ogni singolo elemento che personalmente associo a un prodotto videoludico che funziona, e che l’ha reso negli anni uno dei miei titoli preferiti di sempre. Arriva dopo quasi vent’anni il remake made in Capcom di questa grande opera, dopo un’infinità di porting e remastered, e soprattutto dopo quel Resident Evil 4 VR uscito su Meta Quest 2, che aveva raggiunto vette inarrivabili letteralmente da chiunque. Se i remake di Resident Evil 2 e Resident Evil 3 andavano a reinventarne gameplay e messa in scena nella loro interezza, stravolgendone l’intero design, ha senso – oggi – il remake di un capitolo al quale i due sopracitati si ispiravano?
Questo terzo remake moderno della saga di zombie più amata della storia del videogioco, infatti, si ritrovava di fronte una problematica non da poco: riuscire a tenere testa all’originale senza stravolgerne la formula. La camera rimane ancorata alla spalla di Leon, l’andamento strutturale è mantenuto, buona parte dei segreti, delle bossfight e delle armi sono ancora lì, quasi come non fossero passati quasi due decenni. Eppure Resident Evil 4 remake è profondamente diverso dall’opera originale; più stratificato, denso e dark, andando spesso addirittura in controtendenza con lo spirito decisamente più goliardico dell’opera di Mikami.
Se da una parte questo funziona e rende il titolo più digeribile a un pubblico contemporaneo, dall’altra gli equilibri millimetrici del titolo del 2005 finiscono un po’ per sbilanciarsi, proponendoci un risultato a volte un po’ forzato e meno a tono, pur sbalordendo grazie ad alcune reinterpretazioni eccezionali.
Ma facciamo un passo indietro. Resident Evil 4 ci narra le vicende di Leon S. Kennedy: un agente mandato in una sperduta cittadina spagnola alla ricerca della figlia del presidente, rapita da una serie di personaggi misteriosi, corrotti da un virus indecifrabile. Diciamoci la verità: nemmeno Mikami si è mai vergognato di dire che lo script del quarto capitolo del franchise è stato scritto in meno di una settimana, mantenendo sempre il gameplay al servizio del racconto, e mai il contrario. E il tempo gli ha dato ragione, dato che nonostante la scrittura cheesy e nonsense, i personaggi folli e grotteschi e una comicità al limite del ridicolo, Resident Evil 4 ha sempre funzionato grazie alla sua leggerezza, che – in questo caso – andava preservata. È vero che proporre oggi un racconto com’è quello originale poteva risultare respingente per una buona parte della community generalista, magari poco abituata al racconto pop di stampo orientale, ma Resident Evil 4 Remake, nel suo tentativo di espandere, approfondire e prendere anche un po’ più sul serio il racconto, finisce un po’ per annacquarlo inutilmente. Non fraintendetemi, è lodevole il fatto che si sia provato a rendere un po’ più vivi i personaggi monocorde dell’opera originale, ma – forse – Resident Evil 4 non era il prodotto più adatto per fare questa operazione, perché qui l’unica cosa che conta è gameplay.
Il design, a una prima occhiata, può sembrare mediamente inalterato, ma basta passare pochi minuti in compagnia del nuovo Leon per accorgersi che non è così. Il nostro alter ego ora può camminare e sparare in contemporanea, andando a eliminare quel limite voluto da Mikami per mantenere la tensione ancora più alta; lo scambio tra bocche da fuoco è molto più immediato; la gestione del proprio inventario più superflua, e tutto – in generale – si muove in funzione di rendere l’azione più dinamica e divertente. E Resident Evil 4 Remake ci riesce anche, a restituirci scontri tesi e divertentissimi, soprattutto grazie a una ritrovata verve più dark che si era un po’ persa dal capitolo del 2005 fino all’arrivo di Resident Evil 7. Eppure è tutto anche un filino più confusionario, meno spassoso nel vero senso del termine; un po’ più in linea con il videogioco contemporaneo che vuole restituire tutto e subito.
E sapete che c’è? Non so dirvi, nello specifico, nemmeno perché. In un certo senso Resident Evil 4 Remake si muove in direzione ostinata e contrario a quello che ho percepito, proponendoci addirittura sfide inedite, una difficoltà decisamente più alta di quella originale, e facendo giusto qualche sconto durante i momenti più frustranti che caratterizzavano Resident Evil 4. Le mappe sono più ampie e interconnesse, i nemici più vari e imprevedibili, e lo spirito originale è mantenuto dentro a tutte quelle piccole cose che hanno reso Resident Evil 4 “Resident Evil 4”.
A scanso di equivoci, mi sono divertito un mondo con questo remake, ma mi è sembrato mancasse un po’ di follia, un po’ di immersione e il game-loop soddisfacente che ha sempre contraddistinto il quarto capitolo. Sulla follia c’è poco da fare: il remake di Resident Evil 4 è forse indirizzato al pubblico occidentale più di quanto non lo fosse già il titolo firmato da Mikami; il game-loop risulta per forze di cose annacquato dai maggiori elementi di contorno, come lo stealth e addirittura il parry; e l’immersione è ben lontana da quello che abbiamo vissuto su Quest 2, o anche su PSVR2 con Resident Evil Village, a causa della mancanza della modalità VR al lancio.
Affrontiamo quindi l’elefante nella stanza: il confronto tra il remake e il porting della versione originale su Quest 2. Non lo nascondo: quello che ho vissuto attraverso il caschetto di Meta è molto lontano da quello che ho vissuto su PlayStation 5 con questo remake, nonostante il comparto tecnico eccezionale, nonostante i neri profondissimi del mio nuovo Sony OLED HDR, e nonostante gran parte del gioco sia stato riscritto. Resident Evil 4 VR è stato un sogno: il gioco perfetto, il più grande porting di un titolo flat in realtà virtuale, tanto che dopo i titoli di coda di questo remake mi è tornata subito la voglia di rigiocarmelo. Anche Resident Evil Village VR, su PlayStation VR2 – nonostante i problemi di adattamento – è un’esperienza infinitamente più immersiva e soddisfacente, che non regge il confronto con questo remake. Il punto, quindi qual è? Il punto è che scopriremo le vere potenzialità di Resident Evil 4 Remake soltanto all’uscita della versione VR, sempre che la versione VR sarà il gioco completo, e non una qualche modalità parallela.
A oggi Capcom non ha ancora dichiarato con certezza in cosa cosisterà questa VR Mode in arrivo plausibilmente durante l’anno. Sappiamo che sarà gratuita, com’è stato per la modalità VR di Village che – tra l’altro – veniva chiamata allo stesso modo, ma non si sono sbilanciati al cento per cento confermando che il titolo arriverà nella sua versione completa in realtà virtuale. Il motivo è presto detto: questo remake, ancora più dell’originale, è molto difficile da portare in VR. Vuoi per le scene d’azione più movimentate, vuoi perché le cutscene non permettono un adattamento similare a quello di Resident Evil Village, vuoi perché alcune feature, come il sopracitato parry, rischiano di diventare stucchevoli in VR. È evidente che il remake di Resident Evil 4 non sia stato pensato con la realtà virtuale in mente, com’era invece sucesso con il 7 e con il successivo, ma d’altronde non ci credevo tanto nemmeno nella versione Quest 2, e invece si è poi dimostrata memorabile. Oltretutto, qui ci sono tra l’altro delle sezioni incredibili, al di là dei difetti sopracitati, che non vedo l’ora di vivere come ho vissuto l’originale due anni fa. Metà delle bossfight sono decisamente più ricche e stratificate, tutta la sezione nei panni di Ashley è infinitamente più bella e suggestiva, la sezione sul carretto sembra fatta apposta per soppiantare in un sol colpo Switchback VR. Peccato manchi la modalità mercenari, in arrivo – in teoria – ad Aprile, e i DLC su Ada, che potrebbero arrivare comunque nel corso dell’anno.
E poi il comparto tecnico, figlio di quel miracolo che è il RE Engine, e che ci delizia con una reinterpretazione forse un po’ troppo seriosa, ma egualmente affascinante, del mondo di gioco originale. Forse è un po’ meno pulito del remake del secondo e del terzo, anche perché questo si svolge quasi interamente in esterna, ma il dettaglio dei modelli e degli ambienti è davvero eccezionale, e stupisce come continua a stupire Capcom con i suoi prodotti originali dall’arrivo del loro miracoloso engine proprietario.
Avrei voluto vedere una reinterpretazione delle sequenze che sono state tagliate, a cui forse si poteva trovare una chiave anche nel contemporaneo, sacrificando invece un ultimo terzo un po’ troppo ripetitivo, che non regala mai grandi sorprese; ma tant’è, questo è il Resident Evil 4 del 2023, e nonostante tutto, va bene così.
Resident Evil 4 remake è indubbiamente un rifacimento fatto con il cuore: è evidente che ci tenga a mantenere lo spirito di uno dei videogiochi più importanti della storia, cercando a volte di arricchirlo, a volte di accompagnarlo e a volte di riscriverlo, ma mantenendo sempre un rispetto ammirevole. Nella miriade di concessioni permesse qualcosa si perde e di qualcosa si arricchisce, ma una cosa è chiara: Resident Evil 4 è – oggi come allora – uno dei prodotti più divertenti della storia del medium. Io, per deformazione professionale, ho bisogno di vivere tutto questo in realtà virtuale per capire se è davvero il remake che volevo, ma per ora accontentatevi di un voto che sta un po’ a metà tra quello che vorrei fosse Resident Evil 4 Remake VR, e quello che è ora un prodotto eccezionale, ma a cui manca un metodo di fruizione oramai imprescindibile per una saga che continua a farci innamorare.
Resident Evil 4 è disponibile dal 24 marzo 2023 al prezzo di 69,99€ su PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox One, Xbox Series X, Xbox Series S e PC.
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