A quasi due anni dall’uscita del ReverbG2 ritorniamo su questo visore approfittando del refresh fatto da HP. Finalmente disponibile anche sul mercato europeo questa V.2 va a risolvere alcune criticità che emersero al tempo e che portarono il pubblico a dividersi letteralmente in due fazioni: chi ne era follemente innamorato e chi proprio non ne voleva sapere.
Se vi siete persi la recensione originale la potete trovare al seguente link vi invito a recuperala in quanto propedeutica nella comprensione della bontà di questo prodotto
Prima di addentrarci sulle migliorie da questa nuova versione facciamo un riassunto della scheda tecnica. Il G2v2 non modifica l’hardware del display che rimane tutt’ora competitivo tra i visori PcVr consumer. Abbiamo davanti a noi un doppio schermo LCD con diagonale di 2.89’’ con tecnologia Pulse Backlight per rendere i neri più profondi dei soliti display non Oled che da più di una generazione ci hanno abbandonato.
Risoluzione indiscutibilmente interessante, 2160 x 2160 pixel per occhio, matrice RGB dei sub-pixel che accompagnano un Refresh rate e FOV rispettivamente di 90hz e 114° diagonali. Lenti ancora Frenel con cui abbiamo imparato a convivere e non così insopportabili una volta che ci si abitua. A vista si notano immediatamente le 4 telecamere di tracciamento per il sistema di tracking luminoso dei controller accompagnati dalla levetta di regolazione dell’ipd che varia da 64mm +/- 4mm. È stato comunque fatto un lavoro sullo sweetspot molto valido in quanto anche se vi doveste trovare non propriamente all’interno di questo range troverete il visore piacevola da utilizzare.
Concludono il tutto una display port 1.3, usb 3.0, cavo da 6 metri, cover facciale sostituibile e un peso del solo visore di circa 500 grammi.
Per provare tutto questo ben di Dio abbiamo utilizzato la seguente configurazione:
L’installazione del prodotto avviene in maniera semplice e guidata, essendo un visore prodotto da HP, ma in cooperazione con Valve e Microsoft, una volta collegato tramite la porta Usb e alla corrente verrà riconosciuto autonomamente e farà partire l’installazione del programma Windows Mixed Reality.
Nativa e quindi ottima l’integrazione con il sistema operativo ci permette di passare dall’ambiente desktop a quello Vr in maniera molto fluida. Da questo Portale Di Realtà Mista sarà poi possibile acquistare e installare diversi giochi disponibili sul catalogo e aprire diverse finestre di interfaccia flat. Confrontandola con le interfacce di altri prodotti come Oculus Home, Viveport, Steam Home questo portale non brilla per funzionalità e ci troviamo davanti a qualcosa senza infamia e senza lode.
Ci tengo a ripetere due concetti già approfonditi e che valgono per la V1 e per la V2, la risoluzione di 2160×2160 rimane impressionante, sicuramente il giusto punto da cui ci si può concentrare per immergersi ambienti sufficientemente nitidi senza esagerare con la risoluzione. Infatti già così, facendo un calcolo approssimativo, raggiungiamo una risoluzione totale di 4320×2160 quindi superiore anche se di poco al 4K dei monitor tradizionali. Questo vi fa capire che serviranno delle schede video piuttosto performanti per tutti quei titoli PcVR che spingono al massimo il reparto grafico.
Per accorgersi della bontà del display, anche su PC meno performanti, basterà comunque far partire giochi più modesti in termini di richiesta per far gioire la vista. Texture affilate, sharp e secche ricalcano le sagome degli avatar davanti a noi e degli ambienti che ci circondano. In tanti giochi ci siamo fermati ad ammirare il mondo circostante invece che giocare per poter scoprire anche i piccoli dettagli che semplicemente prima erano nascosti ai nostri occhi tra bassa risoluzione, screendoor effect e smarmellamenti vari. Parti meccaniche arrugginite, graffi e verniciature scalfitte ora possiamo dare l’onore che si meritano alle ore passate dai designer e creatori di mondi dietro i software di modellazione.
Nei PC più performanti però da Flight Simulator, a F1 22 a Asgard’s Wrath tutto scintilla davanti a noi, giochi affamati di altissime risoluzioni pretendono la giustizia che meritano.
Roborecall e altri giochi del paleolitico della Vr guadagnano ora nuovo smalto dietro il display del G2. Un plauso anche alla tecnologia del pannello lcd che pur non essendo profonda come un oled risulta superiore, ad esempio, al Quest 2. Godray più che accettabile ed un fov nella media non fanno davvero rimpiangere nessun’altro visore consumer sul mercato.
Una risoluzione che non passa inosservata
Già sottolineato in tempi non sospetti l’elevatissima risoluzione risulta essere un’arma a doppio taglio molto pericolosa. Il G2 come qualunque altro visore sopra il 4k mette a nudo tanti dettagli, troppi dettagli.
Sappiamo benissimo la grandezza degli studi di sviluppo Vr che spesse volte è formato da team di ben una persona. Quindi asset non eccellenti e texture approssimate sono e sono state all’ordine del giorno. Quasi più ora piuttosto che in passato. Vedere quindi il mondo di gioco così nitido presta il fianco anche a critiche. Prendiamo ad esempio Project Cars: dopo essere andati fuori pista per via di una staccata furiosa in passato ci faceva vedere un prato verde un po’ blurrato, a macchie, con un po’ di alone dovuto anche alla bassa risoluzione dei visori, vederlo ora invece lì con 9milioni di pixel e accorgersi che l’erba altro non è che uno sprite 2D senza profondità, senza dimensione e senza vita fa tutto un altro effetto.
È vero che per 20 anni abbiamo giocato e combattuto in giungle, risolvendo enigmi, con Lara Croft dove l’erba alta ero solo uno sprite 2D, sprite che in tanti giochi quando provavate a girarci attorno, ruotava con voi, per mostrarvi sempre la stessa faccia. Ma quello era un gioco flat, non era la realtà virtuale, e non si rompeva la magia allo stesso modo quando emergevano gli stratagemmi che gli sviluppatori usavano al tempo per aggirare i limiti tecnici. In realtà virtuale quando rompi l’inganno – quando crolla la sospensione dell’incredulità – ne viene a meno anche una parte del divertimento. Con visori meno risoluti o semplicemente anche con un Quest 2 in Airlink con un bitrate non elevatissimo questa cosa si nota di meno, e accettiamo di vedere mondi più impastati più sgranati un po’ come quando giocando con i vecchi CRT immaginavamo un mondo realistico, definito e immersivo su una griglia di 480×320.
Nitidezza del display altissimo mettono a nudo i limiti nelle texture nella maggior parte delle produzioni PCVR. Non è ovviamente un problema dell’hardware se il software non è all’altezza ma insomma, tenetene conto per evitare di rimanere delusi dalla resa complessiva del visore una volta indossato.
I miglioramenti della versione V2
Partiamo dalla nuova mascherina, che a prima vista può sembrare identica alla precedente. Il materiale già ottimo si riconferma piacevole come nella prima versione e anzi la maschera avvolgente, complice l’ottimo bilanciamento del visore, lo rendono uno dei meno faticosi da indossare, secondo solo al Rift Cv1.
Dentro la mascherina questa volta però si nasconde un piccolo trick hardware, infatti quest’ultima ora è divisibile in due parti. Così facendo, e inserendo quindi la mascherina senza il pezzo staccabile si vanno a guadagnare diversi millimetri di distanza e si arriva davvero a sfiorare quasi le lenti con le ciglia senza però andare a modificare la comodità del visore. Questo permette di aumentare in modo, a mio avviso, sensibile il campo di visione orizzontale. Vero che altri visore come Vive Pro 2 possono vantarsi di superare ampiamente i 110° di fov orizzontale, ma sacrificano comfort e in questo specifico caso anche lo sweetspot.
Naturalmente il Fov aumentato su una risoluzione così ampia, per un visore che si posiziona a metà tra Quest e visori più costosi, non può che essere un forte punto a vantaggio per questo G2V2. Se consideriamo solo la categoria dei visori pensati per la PCVR però si posiziona proprio come opzione entry level in termini di prezzo. Nonostante sia trovi nella fascia di prezzo più competitiva offre comunque degli standard sufficientemente elevati per godersi appieno tutte le produzioni del presente e del passato.
Una piccola criticità che naturalmente non sarà un problema per tutti è che stando così vicino alla lente non sarà possibile indossare occhiali e inoltre sui bordi delle lenti si noterà una leggera aberrazione cromatica. Naturalmente non passeremo il tempo a guardare il bordo delle lenti in game ma è qualcosa che va sottolineato.
Il secondo miglioramento di questo refresh è il volume di tracciamento migliorato. Questo cosa significa? Che ora ci saranno meno punti ciechi attorno al visore in cui potremo incappare in perdita del tracciamento. Fino a un 30% in più di volume che durante la nostra prova è stato sufficiente a colmare tutti quei casi e momenti random che facevano perdere in modo piuttosto frustrante il tracciamento dei controller. Nella nostra prova originale della V1 avrete visto come fui molto severo nel loro giudizio soprattutto difronte al tracciamento di un Quest 2 che in quel momento difficilmente mostrava dei punti ciechi così evidenti.
Evidentemente non fui l’unico a lamentarmi così rumorosamente dato che hanno deciso di mettere una pezza a questo problema a monito che anche loro stessi ne abbiano preso coscienza.
Sia ben chiaro però che i controller sono ancora quelli, il feedback interno dei “rumble” non convince nemmeno ora, anche la cura generale a partire dalle plastiche ci lascia perplessi, ma aver modificato di qualche grado le camere del visore fa sì che una maggior area venga comunque coperta con successo. Al tempo però quando anche i controller venivano posizionati all’interno del cono di visione si avevano problemi evidenti, nella navigazione dei menù si manifestavano degli offset inaspettati sintomo che evidentemente in quel momento anche il software fosse piuttosto acerbo.
Non dico che adesso il tracking non venga mai perso ma non accade più tanto spesso di quanto accade con altri visori con tracciamento inside out.
Basandosi su un tracciamento luminoso come è chiaro dal consumo della batteria e dalla luminosità visibile sugli stessi, rimangono ancora problemi di tracciamento su alcuni shooter quando proverete a sovrapporre i controller per guardare all’interno di un mirino o quando cercherete di far collimare la mira.
L’ultimo miglioramento riguarda invece la compatibilità con i prodotti AMD, che hanno portato Reverb a una campagna di resi importante per la sostituzione a carico di HP del cavo originale che per qualche motivo non permetteva al visore di funzionare correttamente. Ora tutti quelli che comprerete in Europa sui circuiti ufficiali sono già tutti V2 a meno di fondi di magazzino e lo potrete capire anche dalla scatoletta di connessione che è diversa dalla prima versione. Quindi state attenti se comprate da Ebay e soprattutto se avete fatto un reso tempo fa per vita di questa incompatibilità potrete tornare a farci un pensiero.
Un ulteriore novità che altro non è che un aggiornamento valido anche per la V1 riguarda i possessori di Windows 11 che ora potranno accedere direttamente a SteamVr senza doversi portare dietro necessariamente ogni volta l’ambiente di realtà mista di Windows che non solo spesso e volentieri interferisce con alcuni giochi con bug e crash ma anche perché utilizza risorse in background. Questo su Windows 11 vale anche per i già possessori di Reverb G2-V1 che potranno liberare un po’ di risorse visto che il G2 è molto avido di potenza computazionale.
Quindi in conclusione siamo sicuramente davanti al prodotto più interessante per tutti quelli con un budget limitato ma che non vogliono rinunciare a una risoluzione più che dignitosa e intendono giocare esclusivamente su pc.
Come già sottolineato anche nella più corposa recensione del Reverb G2v1 ci sono diverse criticità che potrebbero farvi storcere il naso, come la soluzione audio adottata che non è per tutti i gusti o l’assenza di soluzioni wireless che invece altri prodotti hanno. Ammetto però che senza più il tedioso problema del tracking tutto il prodotto ne guadagna in appeal. Invece se siete appassionati di giochi di guida, di volo o giochi che non necessitano dei controller di sicuro è la soluzione migliore a cui possiate ambire tenendo il budget il più basso possibile.
Per quanto riguarda le novità del Reverb G2 V.2 è tutto, seppur non tutte le criticità siano state risolte, il lavoro fatto fino a qui fa guadagnare al visore almeno un mezzo punto di voto rispetto alla precedente versione, facendolo diventare una scelta obbligata tra i visori PCVR per chi non abbia ambizioni di superare la risoluzione 4k.
CONTRO
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