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RUINSMAGUS | la recensione | Quest 2, PCVR

Giocato su Meta Quest 2 in air link su PC

Quando ho provato RuinsMagus, durante l’ultimo Steam Next Fest, ero sicuro che ne sarebbe uscito un ottimo gioco, ma non avrei mai pensati di rimanerne così incantato, trovando così, un po’ a sorpresa, uno dei più grandi videogiochi VR di sempre. Il titolo di Character Bank è stato in grado di sprigionare in me tutte le emozioni che è in grado di restituire la realtà virtuale, un’avventura indimenticabile, una grande storia. Scopriamo oggi questo nuovo capolavoro esclusivo per realtà virtuale in uscita dopodomani su PC e Meta Quest 2.

Nei panni di un mago alle prime armi, siamo appena arrivati a Gran Amins. A partire da questa meravigliosa città, che sembra uscita da un film di Hayao Miyazaki, dovremo recuperare una serie di artefatti da cui dipende il benessere del regno, inoltrandoci in lunghi e intricati dungeon, pieni di pericoli e segreti da scoprire. Una mansione apparentemente dura, che non dovremo, tuttavia, affrontare da soli. Ad ogni Magus viene infatti affiancato un aiutante di supporto, che dovrà indicarci la strada, aiutarci nel percorso, e con il quale potremo sempre confrontarci sulla missione in corso. Nel nostro caso è Iris: una ragazza energica e spontantea, che ha una voglia matta di dimostrare il proprio valore sul campo di battaglia. Insieme a lei si aprirà quindi un viaggio lungo e tortuoso, pieno di colpi di scena, personaggi memorabili, e momenti che spazieranno dal dramma più emotivo, alle gag più sgangherate.

RuinsMagus viene spacciato come un JRPG, ma in realtà non lo è affatto. Il titolo pubblicato da Mastiff è infatti un dungeon crawler story driven di quelli nudi e crudi, facile da approcciare ma estremamente complesso da padroneggiare. La struttura ludica si divide quindi fondamentalmente in due: da una parte abbiamo le sezioni in città, che portano avanti la storia e ci permettono di prepararci al meglio, acquistando pozioni e tool, o personalizzando la nostra buid; dall’altra abbiamo i dungeon, ovvero livelli lineari zeppi di nemici e trappole, che culmineranno spesso e volentieri con un boss finale. Nonostante la struttura ferrea, la stessa si concede una fluidità tra le due sezioni che riesce a rendere più organico il passaggio tra momenti narrativi e il puro gameplay. Può infatti capitare di trovarsi di fronte a intere sezioni di storia, o di conoscere qualche nuovo comprimario, proprio all’interno dei dungeon; oppure di dover affrontare qualche sfida principale, e magari non esattamente ben equipaggiati, proprio dentro alla nostra amata città.

É un gameloop semplice ma estremamente avvincente, che riesce sia ad appassionare attraverso la sua solidissima narrativa, sia a restituire quella sensazione di “ancora un dungeon e poi smetto” tipica delle produzioni videoludiche più brillanti.

Tutto quello che vi ho raccontato, tuttavia, non funzionerebbe, se a fare compagnia alla struttura non ci fosse un combat system come si deve. Attraverso la nostra mano dominante avremo infatti la possibilità di sparare potenti magie: una principale, e due secondarie. La prima, che si attiva con la semplice pressione del trigger, o con la sua pressione prolungata per un effetto alternativo, è quella che ci farà compagnia per la maggior parte degli scontri. Durante l’avventura andremo infatti ad arricchire il nostro albero delle skill, avendo così la possibilità di sparare proiettili velocissimi, scie verticali, o buchi neri devastanti, esattamente come fosse una rosa delle armi iper-classica, che ci permette di passare da una pistola automatica a un fucile a pompa a corta gittata. Questa è la scelta più difficile: trovare, a seconda del dungeon, del tipo di nemici e del nostro stile di gioco, la skill più adatta ad accompagnarci costantemente negli scontri, e che vada soprattutto ad affiancarsi con grazia ai due slot secondari. Questi ultimi, attivabili con la pressione del grip, ci permetteranno infatti di posizionare torrette di ghiaccio a tempo, creare fiumi di lava o lanciare saette velocissime, che faranno da contraltare al nostro attacco base. É un sistema di combattimento profondo da capire e complesso da gestire sulla lunga distanza, soprattutto dalla seconda metà dell’avventura, che eleva la sua difficoltà attraverso una curva piuttosto ripida.

Sapete bene quanto mi lamento dei videogiochi VR che puntano troppo su una difficoltà artificiosa, e che vogliono essere ostici per il solo gusto di esserlo, finendo per annoiare il giocatore, piuttosto che restituirgli un vero senso di sfida. In questo caso succede esattamente l’opposto, nonostante RuinsMagus presenti, forse, la difficoltà – prettamente tecnica – più alta che ho mai incontrato in un titolo in realtà virtuale. In RuinsMagus gli scontri sono avvincenti, furiosi, velocissimi, ma richiedono anche una sana dose di strategia, impedendoci di vincere le battaglie con il solo button smashing. Nella nostra mano sinistra avremo infatti a disposizione uno scudo, che ci servirà a parare o a parryare i colpi avversari. Quello difensivo è forse l’elemento di Ruins Magus più complesso da metabolizzare, poiché dovrà necessariamente rispondere a un output ben preciso degli attacchi avversari. Poco prima di colpirvi, tutti i nemici brilleranno di un colore specifico, che andrà a suggerirvi come procedere in termini difensivi. Il giallo equivale al parry, l’azzurro alla parata e il rosso al dash. Ebbene sì, non solo difesa, ma anche mobilità, e un sacco di strategia. A tutti questi elementi vanno poi aggiunte pozioni e buff temporanei ad attacco, velocità e difesa, che andranno attivati con il giusto ritmo, ma che rischiano di distrarvi un po’ troppo durante gli scontri più affiatati.

É davvero tanta roba, che rischia di risultare confusionaria nelle fasi più avanzate del gioco, e che necessita di un po’ di tempo per essere interiorizzata; ma vi assicuro che finire uno scontro complicatissimo zeppi di sudore, con le braccia indolenzite e con la splendida colonna sonora originale in sottofondo non ha decisamente prezzo.

E questo ci porta al comparto artistico. Farò un’affermazione pericolosa, ma RuinsMagus è uno dei cinque, massimo dieci, giochi VR più belli da guardare e sentire che ho mai visto in tutta la vita. Uno stile anime ricchissimo, con un’enorme personalità, capace di raccontare con una sensibilità encomiabile ambienti, personaggi e situazioni. Un lavoro così maestoso sull’impianto artistico l’ho visto davvero molto raramente, anche in flat, e contribuisce – insieme alla sopracitata e indimenticabile colonna sonora – a regalarci un senso d’avventura letteralmente mai visto prima.

Diciamo sempre che la realtà virtuale dovrebbe trasportarci di peso in un altro universo, facendoci vivere storie ed emozioni che mai avremmo pensato di vivere nella nostra vita. Bene, RuinsMagus è l’esempio perfetto di questa necessità, tanto che fatico, oltre ad Half Life: Alyx, a ricordarmi di titoli che sono riusciti a trasmettermi la medesima sensazione di trasporto che è capace di restituire la realtà virtuale.
Un viaggio davvero incredibile, fatto di fatica, sudore, divertimento e lacrime; un viaggio che mi ricorderò sinceramente per tutta la vita.

Contribuisce poi un doppiaggio giapponese sublime, che restituisce con tutta la forza del mondo la volontà di farci vivere dentro a un inedito anime d’avventura, e che stupisce sinceramente attraverso dei personaggi sempre ben integrati con il mondo di gioco.
Anche sulla durata non c’è davvero niente da dire: con una main quest che si aggira tra le nove e le dieci ore abbondanti, e la possibilità di esplorare il mondo che ci circonda a ogni ritorno dai dungeon: ascoltanto i dialoghi dei personaggi che lo popolano, leggendo i suoi giornali, o semplicemente contemplando il cielo uggioso, o ancora sereno, che si erge sopra di noi.

La domanda da un milione di dollari è: ma RuinsMagus ha anche dei difetti? Certo, come qualunque opera videludica, cinematografica, o letteraria che sia. Nella bontà del suo combat system a volte le cose si fanno davvero confuse, i picchi di difficoltà sono molti disomogenei, alcune cutscene non rendono quanto dovrebbero – nel loro essere relegate a uno schermo flat su nero – e i dungeon, nonostante il cambio di bioma a ogni manciata di livelli, risultano tutti molto simili (e a volte proprio uguali) tra loro. Un’altra domanda, egualmente legittima, è: i difetti di RuinsMagus scalfiscono in qualche modo i suoi pregi? La risposta è: assolutamente no. L’insieme degli elementi del capolavoro di Character Banks raggiunge vette mai esplorate, e merita – di conseguenza – di stare nell’olimpo del videogioco in realtà virtuale, da oggi e per sempre, e non c’è difetto che tenga.

RuinsMagus è letteralmente un capolavoro; un titolo che mai mi sarei aspettato così grande, e che finisce – di diritto – nel meglio che ci ha regalato il linguaggio dal 2016 a oggi. Ogni tanto ci lamentiamo della scarsità di uscite di rilievo nel corso dell’anno: RuinsMagus è la prova che basta aspettare, e che l’attesa – quando parliamo di realtà virtuale – vale sempre il prezzo del biglietto. Qualunque siano i vostri gusti fatemi e fatevi un favore, e date anche soltanto una possibilità a questo pezzo gigantesco di storia del videogioco.

 

 

Ruins magus è disponibile su Steam e Meta Quest 2 dal 7 luglio 2022 al prezzo di 34,99€.






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Alessandro Redaelli

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