Giocato su Oculus Quest 2
Ikimasho è una di quelle software house che mi piacciono. Lo studio parigino infatti, si propone sul mercato come una realtà fiera del suo team vario e multiculturale; dichiarando per primo il suo amore per il concetto di estetica e di arte alta, e soprattutto proponendo esperienze che vogliono a tutti i costi risultare user friendly ed inclusive. Di conseguenza attendevo il loro esordio Star Shaman – per PCVR ed Oculus Quest – con una certa insistenza, curioso di vedere come si sarebbe comportato un team allineato al mio spirito critico alle prese con la realtà virtuale. Il risultato è un titolo tanto bello da molti punti di vista, quanto imperdonabile da altri. Scopriamolo più nel dettaglio nella nostra recensione.
Star Shaman è un roguelike in cui interpretiamo – vai ad indovinare – uno sciamano spaziale, che cerca di ristabilire la biodiversità nell’universo, eliminando una serie di forme geometriche malvagie, che fanno a loro volta capo ad una piccola manciata di antagonisti, intenti a distruggere l’universo. Se il concept di base risulta simpatico, la narrativa non è certo il punto forte del titolo Ikimasho, che fa dei combattimenti e dell’azione movimentata il perno centrale del suo gameplay loop.
A partire da un punto casuale dell’universo, dovremo viaggiare attraverso una serie di portali per recuperare risorse atte ad evocare il boss di fine livello, per poi distruggerlo e passare al mondo successivo. Niente di troppo diverso da quello a cui siamo abituati con il genere, se non fosse che il metodo attraverso il quale dovremo liberarci dei nostri nemici risulta il vero punto di forza del prodotto.
Stando fermi all’interno di una serie di piattaforme, dovremo infatti estrarre da una sfera magica i nostri poteri, ricaricarli attraverso un movimento ben preciso e sparare all’impazzata ai nostri avversari, evitando a nostra volta i colpi che correranno a tutta velocità verso di noi.
Se raccontato a parole il sistema di combattimento può risultare fin troppo semplice ed impersonale, esplorare il gesture system proposto da Ikimasho risulta invece una vera gioia per i sensi, poiché una volta interiorizzato, sarà in grado di farvi compiere movimenti spettacolari, attraverso una teatralità quasi inedita per il genere di riferimento.
La forza di Star Shaman – in fondo – sta tutta lì, nella soddisfazione data dai movimenti che ci troveremo quasi involontariamente a fare, quasi fosse un bizzarro rythm game in cui però la musica gioca un ruolo marginale rispetto al gameplay.
Tuttavia a livello sonoro l’opera prima dello studio francese propone invece una colonna sonora funky-style eccezionale, che accompagna in modo estremamente piacevole le nostre partite, e corona un’estetica generale davvero fuori dall’ordinario. Nonostante il character design dei nemici sia di fatto uno dei punti più bassi toccati dalla produzione, tutto il resto che riguarda l’impatto estetico di Star Shaman risulta invece meravigliosamente ricco e personale. Da un ambiente coloratissimo e vibrante, fino a modellazione e texurizzazione di mani, armi ed effetti visivi, l’opera Ikimasho sfoggia un’estetica generale davvero irresistibile, che difficilmente non accontenterà i puristi dell’immagine e del concetto di gaming più arty.
E allora, cosa non funziona in Star Shaman? Nonostante gli ovvi pregi sul fronte del combat system e dell’impatto estetico, l’ultimo rogue like giunto sullo store di Oculus Quest presenta un gigantesco problema di game design. Anche se il genere potrebbe già farlo presupporre, i sette macro livelli dell’opera Ikimasho andranno necessariamente conclusi tutti di fila. Una volta presi sei colpi dalle forze nemiche infatti, il game over vi costringerà a ricominciare tutto il gioco da capo, salvando soltanto i progressi di una valuta, che potrete usare per nuovi poteri e potenziamenti vari.
Se da una parte è ciò che ci si aspetta dal genere di riferimento, è anche vero che già il secondo mondo propone un livello di difficoltà eccessivamente sopra la media, che alla quarta o quinta volta che fallirete, sfocerà semplicemente in grande frustrazione, lasciandovi soltanto con la voglia di abbandonare il gioco in toto. Chiaramente potrete salvare in qualsiasi momento i vostri progressi, proseguendo la run secondo i vostri tempi, senza finire Star Shaman in un sol boccone; ma la necessità di rincominciare il livello da capo una volta scontratisi con un’imperdonabile curva di difficoltà, risulta a conti fatti un difetto davvero troppo grosso.
Come se non bastasse, una narrativa a volte un po’ prolissa e delle pause non eccessive ma comunque fastidiose tra i livelli, impediscono ad un titolo dalle altissime potenzialità di raggiungere una valutazione al di sopra della sufficienza piena; che potrebbe tuttavia diventare molto di più una volta bilanciato a dovere il game design. Sarebbe bastato lasciare la possibilità di continuare dal livello appena sbloccato per far diventare Star Shaman un titolo da recuperare assolutamente; invece, così com’è, il prodotto francese rimane un titolo divertente quanto frustrante.
Star Shaman è un’opera dalle grandi potenzialità, che crolla sotto una scelta di game design davvero sciocca, soprattutto se paragonata al grosso valore produttivo di tutti gli elementi di contorno. Il combat system è divertente e l’estetica azzeccatissima; manca giusto quel pizzico di bilanciamento in più per rendere il titolo un vero imperdibile per tutti gli amanti del genere, e non è detto che questo non succeda nel futuro prossimo. Ikimasho, se siete all’ascolto fate un favore a me ed a tutti i vostri utenti inserendo la possibilità di continuare dal mondo appena sbloccato, perché Star Shaman è un titolo che non merita di venir dimenticato.
Star Shaman è disponibile dal 22 Ottobre 2020 al prezzo di 19,99€ su Steam ed Oculus Store, compatibile con HTC Vive, Valve Index, Oculus Rift ed Oculus Quest.
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