Giocato su Oculus Rift S
Rieccoci, per l’ennesima volta, a parlare di Star Wars. La saga ideata da George Lucas ha visto in realtà virtuale più iterazioni di tutti gli altri franchise cinematografici messi insieme; vuoi per una fanbase particolarmente affezionata, vuoi perché tanti studi di sviluppo hanno piacere a lavorare sulla storia di Obi Wan Kenobi e soci. Dopo una lunga serie di titoli prodotti da ILMXLAB, anche Electronic Arts si butta nello stesso identico calderone, mettendo in mano a Motive Studio – già co-autori di Battlefront II – uno sparatutto da cockpit, disponibile sia per piattaforme tradizionali, che per VR.
La realtà virtuale si sposa particolarmente bene con tutte quelle esperienze simulative da seduti, che necessitano di periferiche fisiche per essere gustati al meglio. Di conseguenza, simulatori di corse e di mezzi aerei prolificano – con risultati eccellenti – su gran parte delle piattaforme da gioco con headset; e Star Wars: Squadrons si allinea sostanzialmente alla qualità dei prodotti più in voga del mercato.
Il titolo di Motive Studio è sostanzialmente un PVP multiplayer in cui sfondarsi tra caccia stellari nello spazio profondo, in gruppi composti da cinque giocatori, che andranno a combattere sia contro avversari umani, sia in missioni cooperative contro la CPU.
Le due modalità multiplayer presenti nel gioco non escono di una virgola da quello a cui ci ha abituato il mercato, ed anzi propongono una quantità di contenuti che concerne il multiplayer sinceramente sottosviluppata rispetto alla concorrenza. Non esistono qui modalità “tutti contro tutti”, o varianti di “cattura la bandiera”, ma due semplici game mode che hanno come obiettivo ultimo l’eliminazione di tutte le forze nemiche in gioco.
Questo non vuol dire che avventurarsi per le galassie lontane lontane di Squadrons non sia – a tratti – davvero esaltante. Il vero punto di forza del titolo EA non sta infatti nella sua varietà in termini di modalità di gioco, ma in un gameplay stratificato ed appagante, come raramente ne abbiamo visti nel genere. Muniti di un classico pad o di un ben più immersivo hotas, pilotare il nostro caccia sarà un gioco da ragazzi soltanto in apparenza, poiché dietro ai classici comandi di movimento ed attacco, si nasconde un numero sbalorditivo di sfumature, che vanno ad arricchire il puro gameplay. Per farvi un esempio, sarà possibile attivare gli scudi soltanto verso alcune zone specifiche del vostro veicolo, o ancora eseguire un drift attraverso il turbo, in seguito ad un certo numero di movimenti.
Stare a descrivere tutto ciò che si può fare in sella al nostro caccia richiederebbe ben più di una recensione, ma vi assicuro che le sfumature di gameplay sono parecchie, e gli utenti più affezionati del genere non si troveranno davanti al solito arcade semplice e disimpegnato.
Per chi non ama i titoli online: non disperate, perché Star Wars: Squadrons presenta anche una modalità campagna piuttosto lunga ed interessante, che rende il prezzo del biglietto più che accettabile anche se non avete intenzione di scontrarvi direttamente contro altri giocatori.
Dopo aver fatto partire il gioco per la prima volta, dovrete necessariamente personalizzare i due protagonisti dell’avventura, che si ergeranno ad avatar personali anche durante le partite online. I due personaggi legati al vostro account saranno infatti membri delle due fazioni che da sempre contraddistinguono l’universo di Star Wars: ribelli ed imperiali.
Nella campagna principale, seguiremo quindi le vicende di due rivali, attraverso una storia che non ha nulla di particolarmente speciale di per sé, ma che viene raccontata con grande garbo, specialmente per quanto concerne la messa in scena.
Prima di partire per ogni missione dovremo infatti girovagare per un grosso hangar, zeppo di personaggi ed elementi caratterizzanti, in cui dialogare con i comprimari ed effettuare il briefing della missione. Qui Star Wars: Squadrons mostra i suoi veri muscoli sul fronte tecnico ed artistico, regalandoci un impatto visivo clamoroso, praticamente in linea con l’altro grosso miracolo della realtà virtuale: Half Life Alyx.
Visivamente Squadrons è letteralmente sontuoso, caratterizzato da assets da tripla A che raramente vediamo nel nostro mercato, ed a cui possiamo assistere solo grazie al fatto che il titolo è uscito anche per le piattaforme tradizionali. Questo dimostra una cosa importante: non è vero che in realtà virtuale una grafica nex gen non sia possibile, ma banalmente nel nostro mercato mancano i soldi di EA.
Le cose non cambiano quando saliamo sulla nostra navicella per effettuare le missioni vere e proprie. Certo, in questo caso gli elementi che caratterizzano l’ambiente sono necessariamente ridotti a causa del contesto in cui Squadrons ci immerge; ma gli sfondi pre-renderizzati, le navi e gli effetti visivi danno veramente le paste a tutto ciò che abbiamo visto fino ad oggi in VR all’interno dello stesso genere.
In ogni caso, le missioni della campagna ci imporranno quasi sempre di eliminare le forze nemiche in gioco, utilizzando il nostro caccia in modo molto più spettacolare rispetto alla componente multiplayer, e mettendoci anche in situazione più creative rispetto alla media di queste produzioni. Vi capiterà infatti di dover assaltare un grosso convoglio nemico, o di inseguire un fuggitivo; od ancora, di scannerizzare i mezzi circostanti in cerca di informazioni. Nulla di particolarmente sbalorditivo sul fronte del game design, ma è un piacere – per una volta – vedere come un titolo pensato per il multiplayer si sforzi di creare situazioni uniche nella campagna, senza sfruttare soltanto le meccaniche della componente online.
La durata della modalità storia, tra le altre cose, si aggira intorno alle otto ore, una durata letteralmente inedita per il mondo della realtà virtuale, che zittisce una volta per tutte quelli che: “non esistono titoli VR dalla durata superiore alle due ore”.
Eppure, nonostante i pregi appena descritti, Star Wars: Squadrons potrebbe risultare un filo insipido per alcuni giocatori specifici.
Il problema più lampante è che – nonostante le premesse – l’utilizzo dell’hotas risulta indubbiamente più scomodo di un pad tradizionale. Essendo un prodotto destinato prevalentemente alle console, la guidabilità via pad risulta perfetta e reattiva in qualsiasi situazione, grazie anche ad un binding dei tasti ragionato, che non lascia letteralmente nulla al caso. Attraverso un flight stick invece, nonostante l’immersione si faccia più insistente, il sistema di default si lascia andare a qualche superficialità di troppo, costringendovi spesso e volentieri a rimappare i tasti, la sensibilità e le altre impostazioni relative alla periferica. Niente di non risolvibile, ma Elite Dangerous, affiancato ad un buon hotas, è tutta un’altra cosa.
È poi indubbio come, a distanza di due mesi dall’uscita, qualche bug ancora persista. Soprattutto in VR, non è raro vedere ombre che compenetrano intere superfici, navicelle che si bloccano su sé stesse, ed altre piccole incertezze che vanno a sporcare un gioco altrimenti impeccabile sul fronte della pulizia.
C’è poi un ultimo discorso, il più complesso. In VR abbiamo tutti assistito a due grandi capolavori che ci mettono alla guida di un veivolo spaziale: il sopracitato Elite Dangerous e No Man’s Sky. Queste due pietre miliari del videogioco, però, ci hanno abituato fin troppo bene, lasciandoci un’incredibile libertà d’azione, mettendoci in un numero spropositato di situazioni e coinvolgendoci come raramente ci era successo prima. Ora, chiaramente Squadrons fa parte di tutt’altro genere, e non dovrebbe essere messo a confronto con i due titoli in questione; eppure, una volta seduti sulla nostra nave, ci potrebbe sembrare che manchi qualcosa. È un avvertimento forse inutile, ma a parere di chi scrive – nonostante tutto – Squadrons manca un po’ di cuore. Probabilmente è soltanto la mia personalissima percezione, ma anche se tutto è giusto, ed è davvero difficile trovare difetti importanti al prodotto EA, ogni tanto l’opera di Motive Studio sembra un po’ sterile, un po’ fredda, un po’ vuota. Non so bene come spiegare questa sensazione, e ripeto che probabilmente gran parte dei giocatori non percepirà questa presunta mancanza, ma durante tutta la campagna e durante le partite multiplayer non mi sono mai sentito davvero presente.
In ogni caso la cosa più importante, quando vi approccerete a questo Star Wars in salsa simulativa, è non metterlo a paragone con uno dei titoli sopracitati, ed approcciarlo come fosse un FPS senza troppa profondità, anche se – di fatto – non lo è.
Quest’ultimo paragrafo potrebbe sembrare, e forse lo è, un pippone sconclusionato; quindi sottolineo ancora una volta come gli amanti degli sparatutto nello spazio e gli amanti di Star Wars non hanno letteralmente nessun motivo per non mettere le mani sull’ultima produzione. Star Wars: Squadron è divertente, profondo, visivamente impressionante, ed oggettivamente pecca soltanto in una stitichezza di contenuti nella sua componente multiplayer, che potrebbe non soddisfare chi si approccia al titolo esclusivamente per l’online. Paradossalmente, la campagna a singolo giocatore risulta invece una graditissima sorpresa, e potrebbe invece far ricredere tutti quelli che cercano un’avventura sci-fi diversa dal solito. In ogni caso una cosa è certa: prodotti imponenti come Squadrons in VR non li vediamo tutti i giorni, ed anche solo per questo potrebbe aver senso averlo sempre a disposizione nella vostra libreria.
Star Wars Squadron è disponibile dal 1 ottobre 2020 al prezzo di 39,99€ su Steam, Origins, Epic Store e Playstation Store, compatibile con HTC Vive, Oculus Rift, Valve Index, WMR e Playstation VR.
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