Come tutti ormai sappiamo, i ragazzi di Insomniac Games non sono nuovi alla magia della realtà virtuale. Al lancio di Oculus Rift infatti, i ragazzi di Burbank ci avevano deliziato con ben tre titoli di alto rango, quali Feral Rites, The Unspoken e – soprattutto – il meraviglioso Edge of Nowhere. Dopo il monumentale successo con Marvel’s Spider-Man su Playstation 4, temevamo tuttavia che il loro ritorno sui nostri caschetti sarebbe stato quantomeno improbabile, e invece Insomniac è riuscita a stupirci ancora. Gli autori di Rachet & Clank meriterebbero un monumento soltanto per esser tornati a lavorare con Oculus, ma la bella notizia è che l’hanno fatto perché avevano evidentemente ancora qualcosa da dire.
In Stormland interpreteremo un robot che riprende improvvisamente conoscenza dopo un lungo sonno, risvegliandosi in un mondo devastato da una non identificata minaccia. Nel corso della storyline principale scopriremo le motivazioni che si celano dietro a questo risveglio, approfondendo nel dettaglio una lore sufficientemente interessante e dal sottotesto piacevolmente ambientalista.
Con una struttura a metà tra l’adventure in prima persona, l’RPG open world ed il loot-shooter, Stormland ci catapulta in un mondo sci-fi dalla grande personalità; diviso in macro aree, a loro volta divise in piccole isole. Viaggiando per il mondo di gioco ci renderemo presto conto che la formula ludica che sostiene l’avventura risulta solida ed a suo modo originale, e spinta solo apparentemente da una campagna story driven che ci porterà poi a tutt’altro tipo di struttura.
Il primo aspetto stupefacente dell’opera di Insomniac è la grazia con cui viene trattato il puro gameplay, a partire da un sistema di locomotion immediato ma ineccepibile. Quando avremo i piedi ben saldi sulla terra potremo camminare, correre ed arrampicarci su tutte le superfici presenti nell’area; contando su una mobilità che si adatterà sempre alle nostre esigenze ed al nostro personale metodo di fruizione. Le isole saranno invece divise da uno strato di nuvole che assomiglia quasi ad un deserto, e che potremo navigare grazie a dei propulsori che si attiveranno semplicemente puntando le braccia nella direzione indicata. Oltretutto, ogni volta che voleremo sulla superficie del cielo spunteranno dei boost random intorno a noi, a cui dovremo volare vicino per aumentare a dismisura il nostro sprint.
Il risultato è capace di esaltarci come bambini, riuscendo a restituire un senso di velocità e di controllo davvero fuori scala e rendendo mobilità ed esplorazione elementi centrali dell’esperienza.
L’altro elemento fondamentale di Stormland è quello legato alla crescita del personaggio. Se nel corso della storia principale acquisiremo modificatori permanenti necessari alla progressione, tutto il sistema di skill attive e passive che è possibile sbloccare dai terminali è totalmente nelle nostre mani.
Attraverso i punti growth o i semi avremo la possibilità di aumentare le capacità del nostro alter ego sbloccando una lunga serie di potenziamenti più o meno permanenti, ognuno dei quali agirà in modo molto specifico sul corpo del protagonista. Potremo decidere se arricchire le nostre capacità stealth, la mobilità o la forza bruta, in un sistema piuttosto profondo, che non mancherà di dare soddisfazione a tutti i fanatici della progressione simil RPG.
In un’avventura che fa il verso al loot-shooter c’è poi chiaramente un altro aspetto fondamentale: il gunplay. Da questo punto di vista Stormland fa un lavoro davvero eccezionale, dandoci la possibilità di utilizzare una buona varietà di bocche da fuoco potenziabili e dal feeling unico. Ogni arma potrà essere utilizzata sia con una che con due mani, cambiando radicalmente tipologia di fuoco a seconda dell’impugnatura e restituendoci un feedback sempre realistico. Tra mitragliette, fucili a pompa e armi di precisione ce n’è davvero per tutti i gusti, e la possibilità di smontare l’equipaggiamento che non usiamo più per recuperare risorse, rende ancora più gustose e ritmate le fasi di shooting.
Da un comodo menù posto sulla mano non dominante potremo poi accedere alla lista degli obiettivi, alla mappa, al codex ed al menù multigiocatore.
Gli obiettivi ci indicheranno quasi sempre l’esatta posizione degli snodi chiave per proseguire nell’avventura, visibili su una mappa di gioco in miniatura che potrà essere espansa in qualsiasi momento.
Il codex indica invece tutto ciò che abbiamo già visto e tutto ciò che ci manca da scoprire, attraverso un sistema di scan automatico che andrà a restituirci punti growth ad ogni nuova aggiunta.
Per quanto riguarda invece il multigiocatore, disponibile solo dopo aver completato una missione nell’early game, avremo la possibilità sia di effettuare un quick join, sia di affrontare l’avventura insieme ad un amico.
Se in solitaria il titolo mantiene comunque un enorme fascino, soprattutto durante la campagna, nell’endgame il multiplayer risulterà quasi necessario, poiché l’impostazione di Stormland è di fatto basata su una serie di new game plus che si fanno sempre più ostici.
Dopo circa quattro ore di gioco completeremo quella che è di fatto la campagna di Stormland, ma che funge quasi come un tutorial per un endgame che appare fin da subito ricco e stratificato.
Qui entra in gioco il sistema dei cosiddetti cicli; ovvero layout di gioco che cambiano ogni qual volta si resetterà la settimana e si avrà completato l’obiettivo principale della fase. Ogni martedì quello che succederà sarà una rimodellazione completa del mondo di gioco, con una modifica permanente delle condizioni atmosferiche, della morfologia e della posizione di nemici ed obiettivi. Ma non solo; se riusciremo a completare l’obiettivo della settimana potremo ascendere ed aumentare permanentemente difficoltà ed abilità personali, ridistribuendo i punti growth e sbloccando abilità aggiuntive.
È una struttura bizzarra, figlia della recente esplosione del game as service, ma perfettamente bilanciata proprio perché indirizzata un po’ a tutti. Chi preferisce avere una campagna breve e concisa, condita da un ritmo sempre alto e senza un minuto di noia, può serenamente affrontare soltanto la sezione relativa alla storia e la ricerca del finale nascosto; chi invece cerca un’esperienza più longeva e distesa può concentrarsi prevalentemente sull’endgame e sul potenziamento massimo del personaggio, scoprendo ogni settimana nuovi elementi di gioco e nuove missioni.
Parlando dell’aspetto più squisitamente artistico, l’ultimo titolo di Insomniac fa un lavoro davvero incredibile. Sebbene ad oggi sia difficile proporre un mondo sci-fi personale e coerente, Stormland restituisce un immaginario ricco e molto lontano dall’estetica generica che siamo abituati a vedere nel genere. Come se non bastasse, a livello tecnico siamo di fronte ad un altro mezzo miracolo dopo le lande fantasy di Asgard’s Wrath, portandoci uno step avanti nel raggiungimento di una percezione assimilabile a quella del mercato flat. L’unico neo a riguardo è un temporal anti-aliasing che sembra più calcare i contorni che ammorbidirli, ma non è da escludere che un aggiornamento possa porre rimedio a questo piccolo difetto.
Per quanto riguarda i requisiti siamo sempre dalle parti del sopracitato titolo di Sanzaru Games, nonostante questo risulti in fin dei conti più leggero sia sull’hardware che sull’hard disk. Giocandolo su un i7-4790, 32 Gb di ram ed una 1080ti non ho riscontrato troppi problemi anche a livello ultra, a parte alcuni comprensibili cali nelle situazioni più concitate. Non l’ottimizzazione perfetta, ma sicuramente godibile su una macchina da gioco adatta alla realtà virtuale.
Nonostante l’alta qualità della produzione, l’esclusiva Oculus Rift – se proprio vogliamo – qualche difetto ce l’ha. L’approccio stealth che spesso ci viene proposto non risulta mai una scelta particolarmente indicata, almeno nella prima run. Muoversi tra l’erba alta cercando di eliminare i nemici silenziosamente risulta molto più macchinoso e spesso rischioso di un approccio dettato dalla forza bruta, e sarà difficile che sfrutteremo le meccaniche ad esso legate nella story mode. Questo non è sicuramente un dramma e potrebbe esser migliorato con l’aggiunta di missioni dedicate ed elementi o skill più incisive, ma è sicuramente una questione da tenere sott’occhio.
Un’altra pecca è l’IA dei nemici, che non si dimostrano mai troppo svegli e che rimarranno spesso con la guardia aperta in attesa di essere eliminati. Niente di drammatico considerato il ritmo degli scontri a fuoco, ma avrei apprezzato delle strategie più complesse da parte dei miei avversari.
Infine c’è proprio un dubbio a cui per ora non posso proprio dare risposta: la struttura a cicli settimanali non può chiaramente trovare un responso nella realizzazione, ma solo nelle intenzioni. L’idea è ottima e promette grandi cose, ma solo tra qualche mese sapremo dire se i cambiamenti settimanali saranno abbastanza da permettere ai giocatori di tornare a battere le terre di Stormland con una certa cadenza.
L’ultima opera di Oculus e Insomniac è il titolo che non ti aspetti, che sperimenta sia con la struttura di gioco che con le sue meccaniche interne, dando vita per la prima volta ad una vera esperienza al retrogusto di next-gen, senza lasciarsi andare a facili riempitivi. Stormland è un titolo ricco di meccaniche e di contenuti, fruibile in molti modi differenti e che può facilmente adattarsi un po’ a tutti i gusti, soprattutto perché parte da una base solidissima in cui ogni elemento si colloca esattamente dove ci si aspetta che stia. Una campagna corta ed un sistema a cicli che ha ancora tutto da dimostrare, rimane l’unico – legittimo – dubbio che potremo sconfiggere solo dopo qualche settimana di utilizzo. Fortunatamente il gioco è così godibile che non sarà certo un dramma tornare a volare nei cieli di Stormland per scoprirlo, insieme a tutte quelle cose che vi sarete necessariamente lasciati indietro e che non vedono l’ora di essere scoperte. Un’opera di alto livello, che tutti i possessori di Oculus Rift dovrebbero necessariamente completare almeno una volta.
Stormland è disponibile dal 14 Novembre 2019 su Oculus Store al prezzo di 39,99€, compatibile con Oculus Rift ed Oculus Rift S.
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