Oggi parliamo del temuto motion sickness, e di come un utente alle prime armi con la VR possa superare uno stato psico-fisico che – a volte – può spaventare più del dovuto. Sicuramente in molti abbiamo provato quella brutta sensazione che ci colpisce ad esempio anche in auto o in mare e che permane per diverse ore; facendoci stare così male che difficilmente avremo voglia di ripetere l’esperienza. Ecco, per molti il primo approccio alla VR è così; ma attenzione, non per problemi legati in termini assoluti alla VR, ma per colpa di una scelta dei contenuti sbagliata. In questa guida vi spiego quindi come iniziare con la realtà virtuale, su quali titoli puntare agli inizi e qualche piccolo trucchetto per alleviare un motion sickness che spesso fa da muro tra gli utenti ed un’esperienza oggettivamente magnifica. Se non l’avete visto vi invito a guardare il video precedente di guida per principianti sulla scelta del visore ed una panoramica un po’ generale sulla realtà virtuale, se invece l’avete già visto iniziamo a capire come muoverci dopo l’arrivo del caschetto.
La primissima cosa da mettere in chiaro è questa: alcune esperienze VR sono pensate esclusivamente per utenti avanzati, e prevedono quindi scelte di design non inclusive che potrebbero far star male utenti alle prime armi, mettetevelo in testa. Non pensiate di scartare il vostro primo visore e buttarvi su Boneworks o prodotti analoghi, sarebbe una scelta controproducente che vi farebbe soltanto odiare la realtà virtuale. Quello che invece dovete fare è segnarvi le esperienze di cui adesso vi andrò a parlare e scegliere quelle più indicate a voi; a seconda dei vostri gusti e del visore in vostro possesso.
Facciamo prima un po’ di chiarezza: il mondo VR è popolato da un numero gigantesco di produzioni, che vanno a coprire un po’ tutti i generi già in voga nell’ambito videoludico tradizionale, con una fetta più abbondante di FPS ed una scelta meno varia tra i titoli in terza persona. Questo perché ovviamente vivere il racconto dagli occhi del protagonista si adatta molto bene alla VR, ma questo non vuol dire che non esistano bellissimi titoli da giocare anche dagli occhi di un’entità esterna, esattamente come alcuni dei vostri titoli preferiti in flat. I primi due macro generi della VR sono quindi i giochi in prima ed in terza persona, che a loro volta si dividono in alcune sotto categorie. Quelli in prima persona si dividono tra titoli da giocare in piedi o da seduto; quelli a postazione fissa; i titoli in cui ci si muove attraverso un teletrasporto; e quelli in cui ci si muove con la levetta analogica come in un FPS tradizionale. Quelli in terza persona invece, si dividono tra quelli in cui la telecamera rimane fissa, ed è quindi comandata esclusivamente dal movimento del vostro volto; e quelli in cui la telecamera si muove seguendo il personaggio, e non farà quindi coincidere il movimento interno a quello del vostro corpo. Inutile dire che più movimento avremo all’interno del videogioco che non è causato direttamente dal nostro corpo, e più – se non siamo abituati – rischieremo di stare male. È quindi scontato affermare che, almeno per le prime due, tre settimane, dovete necessariamente giocare a titoli che non prevedono movimenti della telecamera all’infuori di quelli dati dal vostro movimento.
Prima di passare ai giochi veri e propri ricordatevi di alcuni accorgimenti: iniziate a giocare quando ve la sentite, magari non immediatamente dopo aver mangiato e con una certa dose di lucidità. Alcuni consigliano braccialetti, pastiglie o tappetini per iniziare ad abituarsi; personalmente sono soluzioni che non ho mai adottato e mi sento quindi di dirvi che – con una buona scelta dei giochi – possono risultare sinceramente superflue, ma se volete provare anche una delle pratiche sopracitate procedete serenamente; più tranquilli siete, meglio è.
Da qui in poi farò quattro liste che si sovrappongono ai quattro stadi di avanzamento nella realtà virtuale, a partire dai titoli privi di motion sicknes, giocabili praticamente da chiunque, fino ad arrivare alle esperienze più complesse, che necessitano di molto allenamento prima di poterle godere a pieno.
So bene che appena scarterete il visore, vi verrà voglia di provare quella manciata di giochi sulla bocca di tutti; ma non dovete cedere, spesso sono titoli pensati per chi ha già dimestichezza con il linguaggio. Per non rimanere scottati, il mio consiglio è quello di passare almeno una settimana in compagnia dei molti giochi meravigliosi adatti a tutti i palati, che non restituiscono motion sickness nemmeno volendolo.
Se volete subito provare l’ebrezza degli sparatutto avete a disposizione una grande quantità di titoli basati su un modello a postazione fissa o su quello definito a nodi. Quello fisso, prevede come dice la parola stessa, di star fermi in un unico punto sparando a tutto quello che ci verrà incontro. Spesso sono prodotti che alla lunga possono risultare monotoni, ma sono assolutamente adatti ad iniziare il vostro percorso nella VR, e se siete neofiti saranno comunque in grado di lasciarvi a bocca aperta. Quelli a nodi invece, utilizzano un brillante sistema di spostamento a postazioni fisse, che vi chiederà in quale posizione, tra i pochi punti di spostamento disponibili, vorrete piazzarvi; sia nell’esplorazione che durante gli scontri. Questa soluzione, oltre ad essere decisamente adatta ai neofiti, si dimostra anche una delle migliori sul fronte della messa in scena, e vi restituirà spesso momenti spettacolari e mozzafiato. In questa categoria troviamo il capolavoro Superhot VR, un miscuglio incredibile tra un FPS ed un puzzle game disponibile su tutte le piattaforme, che vi restituirà una campagna breve ma intensa ed indimenticabile. Un altro ottimo esempio è Arktika.1, meraviglioso FPS a nodi dagli stessi autori di Metro, che vi stupirà con un’atmosfera horror virata all’action ed un impatto estetico formidabile, disponibile solo su PC e solo sullo store di Oculus. Anche Serious Sam: Last Hope è un buon esempio di sparatutto ad ondate a postazione fissa nell’universo del leggendario antieroe di Croteam, disponibile su PC via steam ed Oculus Store. Se gli sparatutto vi interessano meno, sul mercato sono presenti anche tante avventure più tradizionali, sempre da vivere in prima persona. Tra i più belli troviamo senza dubbio Wilson’s Heart, horror retrò che ricorda il cinema dell’orrore classico, con un’atmosfera maestosa ed un gaemplay a nodi divertentissimo e sempre originale, in esclusiva Oculus Rift su PC. Batman Arkham VR è invece disponibile sia su PC che su Playstation VR, ed offre un assaggio di quello che potrebbe essere un eventuale titolo di Batman, adattando a meraviglia tutte le meccaniche più amate della saga di Rocksteady; movimento a nodi e divertimento assicurato. Su Quest, PC e Rift troviamo invece Accounting, un piccolo titolo gratuito da uno dei due co-autori di Rick & Morty che non potrà far altro che farvi piangere dalle risate, sfruttando alcuni dei punti forti della VR senza movimenti troppo pesanti per un utente appena arrivato. Restando in tema, Rick & Morty: Virtual Rickality è un altro ottimo titolo a nodi disponibile su PC e Playstation VR, essenziale per gli amanti della saga, ma che richiede uno spazio di gioco abbastanza esteso. Su PC, se vogliamo provare qualcosa senza spendere soldi, è presente anche The Lab, primo esperimento gratuito di Valve che racchiude al suo interno una manciata di piccole esperienze che svelano davvero tutti i punti forti della realtà virtuale, con una qualità che solo i fondatori di Steam possono dimostrare. Su Playstation VR abbiamo invece in esclusiva Deraciné, un titolo del maestro Myiazaki, già autore di Dark Souls, che svela qui il suo lato più intimo e contemplativo, facendoci vivere l’avventura di una manciata di ragazzini in un collegio alle prese con degli avvenimenti bizzarri. Job Simulator e Vacation Simulator sono poi degli assoluti must have, disponibili su tutte le piattaforme, questi due titoli fanno della comedy e dell’interazione non aggressiva il loro punto forte, facendoci vivere dagli occhi di una società distopica le abitudini e le necessità del nostro contemporaneo. Se siete appassionati di Star Wars, su Quest e Rift è disponibile tutta la saga di Vader Immortal, costituita da tra episodi che raccontano una storia inedita nell’universo creato da George Lucas, in cui faremo la conoscenza in prima persone di facce note e meno note in un’avventura dal ritmo perfetto; inoltre sarà possibile allenarsi in un dojo a colpi di spada laser, blaster e forza praticamente all’infinito: cosa volete in più dalla vita? Duck Season, esclusiva PC tra le più bizzarre, vi farà rivivere i tempi di Duck Hunt con un’inedita virata verso le atmosfere più inquietanti, in un’avventura estremamente originale ed appagante. Shadow Point, invece, vi metterà nei panni di un detective alla ricerca di una ragazza scomparsa, presentandovi una serie di puzzle sempre stimolanti e divertenti che vi terranno occupati per molte ore, in esclusiva Oculus sia su Rift che su Quest. Se invece cercate qualcosa di ancora diverso rispetto ad avventure ed FPS, eccovi accontentati. Sports Scramble è un titolo sportivo arcade che vi farà provare l’ebrezza del baseball, del bowling e del tennis in un ambiente coloratissimo che non può non divertire, disponibile anche in multiplayer e presente sullo store Oculus per Rift e Quest. Sempre per questi due visori abbiamo invece il miglior titolo di pesca presente in vr: Real VR Fishing, un’opera dall’impatto estetico maestoso che sarà divertirvi e rilassarvi come pochi altri, amanti o meno di questo passatempo. Everybody’s Golf è invece la risposta PSVR allo sport, con un gioco di golf che risulta ancora ad oggi il migliore sul mercato e vi terrà impegnati per moltissime ore tra i numerosi campi da gioco presenti. Dance Central per Quest e Rift è invece la miglior esperienza di ballo, che vi farà rivivere le emozioni di Just Dance in realtà virtuale, grazie ad una discoteca ricreata nei minimi dettagli ed una tracklist che più azzeccata non si può. Se invece vi sentite di menare le mani, Knockout League fa al caso vostro; il gioco di boxe disponibile su tutte le piattaforme è in grado di trovare soluzioni di design sempre originali e mai noiose, e vi farà sudare sette camice mentre cercate di battere tutti i bizzarri lottatori presenti. Se siete quelli che “oltre al calcio niente” date allora un occhio a Headmasters, da giocarsi esclusivamente senza controller ed in cui ogni azione richiesta dovrà essere eseguita attraverso una lunga serie di testate al pallone; un’esperienza bizzarra ma sicuramente originale e consigliata a tutti i possessori di un caschetto PC e PSVR. Lo sport che invece non sapevate ancora di volere è quello offerto da Beat Saber, Capolavoro nativo VR che si posiziona tra un rythm ed un fitness game, e vi chiederà di tagliare attraverso due spade laser una lunga serie di cubi che vi sfrecceranno davanti a ritmo di musica, sia su PC, che su PSVR ed Oculus Quest. Finito lo sport si torna a lavoro, e Dead Hungry rimane ad oggi il miglior simulatore arcade di cucina presente sul mercato. In questo bizzarro titolo PC e PSVR dovremo sfamare i numerosi zombie che si avvicineranno al nostro chiosco, correndo come matti tra panini, patatine e bibite: non sottovalutatelo per nessun motivo. Se gli zombie affamati da Hamburger non vi bastano, date un occhio ad uno dei migliori horror VR presenti sul mercato: Five Nights at freddy’s vr, titolo giocabile serenamente da fermi e seduti, ma che presenta un grado di terrore davvero fuori scala, quindi occhio se siete deboli di cuore. Moss è poi invece un grande esempio di titolo VR in terza persona a prova di motion sickness che sfamerà chi cerca un’avventura più convenzionale, grazie ad una bella storia raccontata magistralmente da una direzione artistica ed un gameplay ad orologeria, anche questo per tutte le piattaforme. Se prediligete i puzzle game non fatevi invece scappare The Room, sia PC, che PSVR e Quest, che vi metterà di fronte ad una lunga serie di puzzle geniali immersi in un’atmosfera da noir anni quaranta; a dir poco essenziale. Ogni tanto sentirete tuttavia il bisogno di fermarvi, mettendo in pausa azione e grandi avventure per rilassare un po’ mente e spirito, e qui entra in gioco The Blu, esperienza che ricostruisce alcuni sprazzi di fondali marini, e vi concede di osservarli intorno a voi senza alcuna interazione diretta, utile come apripista e come momento relax. Se siete inclini al videogioco più artistico ed autoriale, Paper Beast – ultima opera del grande autore Eric Chahi – fa sicuramente al caso vostro: un capolavoro di narrativa videludica che parte dal puzzle game ed arriva al racconto biblico. Gli ultimi consigli tra i titoli a motion sickness zero sono due esperienze gratuite, per ora disponibili solo su PC. Il primo è Zooma, con due o, che ripropone praticamente 1:1 lo storico Zuma, con la u. Sembra un titolo semplicissimo, ma vi assicuro che è rilassante e ben fatto come pochi, ma soprattuto è gratuito ed inclusivo in termini di motion sickness. Il secondo è un FPS ad ondate che fa il verso ad House of the Dead, ovvero Dead Prison, esperienza breve ma divertente in cui dovrete uccidere il più alto numero di zombi mentre siete intrappolati in un lugubre corridoio; adatto anche per iniziare a toccare con mano l’horror in VR.
Perfetto, avete passato almeno una settimana in compagnia dei titoli sopracitati, non avete avuto nemmeno un secondo di motion sickness e vi sentite pronti alla fase due. Prendete carta e penna e mettetevi comodi, passiamo ai titoli che prevedono un qualche tipo di spostamento a teletrasporto.
I titoli che offrono come sistema di locomozione il cosiddetto “teleport” sono senza dubbio quelli che riescono maggiormente a compensare la voglia di spostarsi con i limiti di chi proprio non riesce a superare il motion sickness. Tra questi ci sono molti videogiochi che offrono ANCHE il movimento libero, ma occhio a tenerlo sempre disabilitato, almeno in questa fase. In questo momento, quello di cui avete bisogno sono esperienza che vi permettono di muovervi da punto a punto, nella direzione in cui volete voi, ma senza movimenti dell’inquadratura che non siano quelli imposti dal vostro corpo.
Il primo consiglio che mi sento di darvi è In Death, rogue-like strepitoso dall’atmosfera alla Dark Souls che vi metterà nei panni di un arciere che, dungeon dopo dungeon, dovrà sconfiggere una lunga serie di temibili demoni. Il movimento base di in death prevede che lanciate una sorta di lama nella posizione in cui volete trasportarvi, e funziona meravigliosamente sia in termini di immersione che di game design. In death è disponibile sia su PC che su PSVR, ma purtroppo non ancora su Quest. Arizona Sunshine è un altro must have, questa volta per quanto riguarda l’fps a tema zombie. Dotato di una bella campagna ed una buona serie di DLC, Arizona Sunshine presenta il giusto mix di azione, avventura, horror ed inclusività ed è disponibile su tutti i visori. Occhio agli utenti PSVR, tra le varie piattaforme è il porting sicuramente meno riuscito. Robo Recall è un’incredibile esperienza in esclusiva su Oculus Rift ed Oculus Quest: FPS a livelli in cui dovremo scontrarci con robot sempre più grossi, con la possibilità di modificare le nostre armi ed una grafica spettacolare. Sempre a proposito di Robot, Budget Cuts 1 e 2 propongono una campagna che unisce avventura e stealth, con un sistema di movimento estremamente originale basato sui portali, che vi terrà impegnati per diverse ore in compagnia di una bella storia, su PC e presto su PSVR. Per chiudere il trittico dei robot, Apex Construct è un mix tra i titoli sopracitati. Un’avventura piena di puzzle e scontri ranged che ha il respiro di un videogioco tradizionale, basato sull’utilizzo dell’arco e disponibile su tutte le piattaforme. Se volete un titolo più sperimentale sempre per tutte le piattaforme, Cave Digger è un free to play che vi mette nei panni di un minatore. Esperienza roomscale ma con movimento del mondo circostante; adrenalinico ma da provare, anche solo perché gratuito e perché propone un gameplay molto diverso da quello che offre mediamente il mercato. Sempre rimanendo in ambito free to play, rec room è uno dei titoli multiplayer più supportati sia dallo sviluppatore che dalla community, e vi permette di conoscere gente in uno spazio virtuale dandovi accesso a decine di divertentissimi mini giochi. Tornando alle esclusive oculus, questo caso solo su Rift, troviamo poi una bella avventura in terza persona sviluppata da insomniac games: edge of nowere. Questo sparatutto in terza persona ci farà esplorare una landa di ghiaccio desolata popolata da orrende creature, in un mix tra l’immaginario di Lovecraft e lo sparatutto più tradizionale. Bella messa in scena e ottime soluzioni di gameplay per un gioco da gustarsi esclusivamente via pad, con la camera che lentamente segue il nostro personaggio. Sia su rift che su Quest è assolutamente da provare The Climb, simulatore di scalata all’interno di livelli dall’impatto grafico sbalorditivo sviluppato dai genietti di Crytek, che trovano qui una formula perfetta ed adatta a chi ha già mosso i primi passi nel mondo della VR. Su tutte le piattaforme troviamo Tetris Effect, una rivisitazione di Tetris incredibilmente poetica ed immersiva che vi darà dipendenza esattamente come il suo capostipite, adatta a tutti se non che in alcuni livelli, la camera si muoverà insieme al vostro sguardo. In esclusiva Playstation abbiamo invece due pezzi da novanta; il primo è il solido Playstation VR Words, collezione di cinque esperienze estremamente valide, che però vanno da produzioni motion sickness free, a mini giochi che possono mettere in crisi i neofiti del linguaggio. Il mio consiglio è quello di giocare solo alle esperienze senza movimento, per poi – dopo qualche settimana – buttarsi sul minigioco del robot e su quello tutto in discesa. Ma podio della miglior esclusiva PSVR va sicuramente ad Astro Bot: rescue mission, un’opera maestosa che reinventa da zero il genere platform, e ci offre un’idea di messa in scena e di gameplay dietro l’altra come fossimo tornato all’epoca d’oro di Nintendo. Il capolavoro di Japan Studio non può mancare nella collezione di memorie di ogni utente VR che si rispetti. E qui arriva il più grande capolavoro uscito ad oggi: Half Life Alyx è il gradino più alto mai toccato dalla realtà virtuale, sia per i suoi meriti come videogioco puro, che per i suoi meriti nel mondo della VR. L’opera di Valve porta al seicento per cento qualunque standard raggiunto ad oggi dal linguaggio, e risulta inoltre incredibilmente inclusivo per tutti gli utenti che hanno alle spalle almeno una settimana di gioco con il proprio caschetto. Essenziale, ma occhio che da qui non si torna più indietro.
Da qui sta tutto alla vostra sensibilità. Ognuno ha il suo personale tempo per abituarsi ai movimenti in game non controllati dal nostro corpo. C’è chi ci mette tre giorni, c’è chi ci mette sei mesi. Il mio consiglio è quello di giocare tutti giorni per almeno un mese ai titoli sopracitati, e poi – a spizzichi e bocconi – iniziare ad integrare quelli che verranno nella prossima lista. Ripeto che dipende molto dalla vostra sensibilità fisica, quindi come c’è chi ha bisogno di molto tempo per abituarsi, c’è chi – fin dall’inizio – non soffrirà con qualunque tipo di esperienza.
Until Dawn: Rush of Blood è una delle esperienze più terrificanti presenti in realtà virtuale. Nei panni di un pistolero su un piccolo carretto che si muoverà automaticamente, dovremo sparare a tutto ciò che si muove, in una montagna russa velocissima ed estremamente inquietante. Il livello di comfort è sicuramente meno elevato delle esperienze precedenti, ma è un’ottima introduzione a quello che è il movimento fluido, senza la necessità di usare una levetta per spostarsi. Terrificante e divertente, sicuramente da provare, ma in esclusiva su PSVR. Sempre nel genere horror su PSVR, il migliore rimane senza dubbio Resident Evil 7, da giocare solo via pad ma che offre un’esperienza straordinaria sotto tutti i punti di vista. Il capolavoro di Capcom è già di per sé un titolo formidabile, che con la VR migliora a dismisura e presenta uno dei titoli irrinunciabili di questa generazione, ma a costo di iniziare ad avvertire un po’ di motion sickness. Se invece volete usare a tutti i costi i vostri Playstation move, Blood & Truth è un seguito spirituale di quel London Heist presente in Playstation VR Worlds, e vi propone un’avventura action a metà tra Guy Ritchie e 007 in cui ogni sparatoria è uno spettacolo per tutti i sensi. Il sistema di movimento è quello a nodi, ma gli spostamenti avvengono in tempo reale, senza uno stacco netto tra un punto e l’altro. Per chiudere il quadretto delle esclusive PSVR, vi propongo anche due titoli che sfruttano a meraviglia l’AIM controller, la periferica a forma di fucile esclusiva di Sony che vi permette di immergervi ancora di più all’interno del gioco: Firewal zero hour e Farpoint. Il primo è un multiplayer competitivo sull’onda di Rainbow Six Siege – difficile ma soddisfacente – mentre il secondo è uno sparatutto sci-fi tra Tremors ed Alien. Entrambi belli, entrambi essenziali se avete acquistato un Aim Controller. Tornando su PC, ma presto arriverà anche su PSVR ed Oculus Quest, The Walking Dead: Saints & Sinners è il miglior gioco di zombie presente sulla piazza. Tra un immersive sim ed un FPS, il titolo di Skydance Interactive propone una campagna al cardiopalma lunga e stratificata, in cui le scelte del giocatore riscrivono una storia ed una struttura di gioco a tratti fenomenale, solo a movimento libero. Gorn ci mette nei panni di un gladiatore che deve ammazzare brutalmente tutti i nemici nell’arena, attraverso armi sgangherate ed una fisica che sottolinea il lato più comedy e scanzonato della produzione. Il sistema di locomotion è legato al movimento effettivo delle vostre braccia, e vi proporrà una sfida stimolante, anche se un po’ – comprensibilmente – fine a sé stessa: su PC e PSVR. Bethesda, con i suoi adattamenti VR, ha dimostrato una pigrizia quasi vergognosa nel riproporre i suoi ultimi granti titoli in realtà virtuale. Tuttavia, Skyrim riesce comunque a mantenere un fascino sbalorditivo anche in VR, e forse migliora addirittura l’immersione che già il quinto capitolo di the elder scrolls era in grado di regalare ai giocatori. Muoversi per Skyrim è pazzesco, spesso faticoso, ma anche indimenticabile, ed è possibile sia su su PC che su Playstation Vr. Disponibile su tutte le piattaforme è invece Creed Rise of Glory, tie-in tratto dall’omonimo film con Sylvester Stallone che vi metterà proprio nei panni del protagonista della pellicola. Titolo di box simile a knockout league, ma un po’ più stancante, sia fisicamente che mentalmente. Rimane comunque forse il traguardo massimo nel genere. Facendo una piccola parentesi esclusive, Journey of the Gods è uno dei migliori titoli presenti su oculus quest e rift: un’avventura che strizza l’occhio a Zelda e vi farà vivere un viaggio meraviglioso in un mondo low poly ma estremamente affascinante. Di tutt’altra paste è invece Lone Echo, prima opera VR di Ready at Dawn e già autori di The Order 1886, che ci portano per mano in un viaggio sci-fi dall’impatto iper-realistico, scritto bene e con grandi momenti ricchi d’azione ed avventura. Il primo capolavoro di Oculus, in esclusiva esclusivamente sul Rift. Tornando al multipiattaforma PC/PSVR, Robinson The Journey – nonostante gli anni – regala ancora grandi momenti, e ci permette di osservare un mondo mastodontico popolato dai dinosauri, se vi piace il genere prendetelo in considerazione. L’ultimo consiglio di questa fase è un titolo che sta a metà tra questa e la prossima. LA Noire VR the case files, su PC e PSVR, è l’adattamento del capolavoro di Team Bondi, che ripresenta alcune delle missioni più iconiche del titolo originale. Giocabile attraverso molti preset di locomotion, LA noire è un viaggio straordinario alla scoperta dell’america post bellica, un assaggio di quello che potrebbe essere un eventuale GTA in VR. Rez infinite è un altro adattamento di un capolavoro, ma questa volta dell’epoca Sega. Dalla mente del geniale Mizuguchi, Rez vi farà vivere un viaggio spirituale astratto tra musica suoni e colori, comprovandovi il fatto che molti titoli nati flat si prestano meravigliosamente alla VR. Sprint Vector è un titolo di corse velocissimo e stancante, che sacrifica il comfort in favore di un’esperienza totalizzante. È vero che ha bisogno di uno stomaco bello forte, ma è anche vero che il movimento delle braccia richiesto dal tipo di locomozione aiuta ad ingannare il cervello, ed in molti potrebbero trovarcisi senza problemi.
Siamo giunti all’ultimo stadio, questo vuol dire che qualunque dei giochi sopracitati non vi fa più alcun effetto, e siete liberi di giocarci per ora senza alcun minimo problema. Potrebbero essere passate tre settimane o potrebbe essere passato un anno, non importa, non andate oltre a questi se prima non siete riusciti a superare l’eventuale motion sickness dato dal movimento fluido. Da adesso citerò soltanto titoli piuttosto hardcore, sia chiaro.
Chiunque abbia avuto la prima Playstation non può che avere nel cuore la saga di Wipeout, che vede la sua prima remastered su Playstation 4 con tanto di supporto completo a PSVR. Questo vuol dire che potete giocare i primi due capitoli del franchise totalmente attraverso il caschetto, scoprendo un’esperienza al cardioparma tanto veloce quanto difficile. Su PC potete invece buttarvi negli spazi sconfinati di Elite Dangerous, e decidere quale sarà il destino del vostro avventuriero; che siate commercianti o pirati, questo magnifico titolo spaziale – da giocare assolutamente muniti di hotas – può divertirvi per centinaia e centinaia di ore. Restando sui simulativi ed affiancati da un buon volante, Project Cars 2 è il miglior mix tra simulazione ed esperienza user friendly per tutti gli amanti del racing, e vi farà sfrecciare a duecento all’ora sulle piste più famose del mondo, ricreate millimetricamente 1:1. Se avete un volante, forse volete provare anche Euro ed American Truck Simulator, i simulatori di camion più famosi del mondo. Può sembrare una barzelletta, ma vi assicuro che non lo è: questi due titoli riescono a restituire un senso di realtà decisamente fuori scala, e vi possono tenere compagnia per ore e ore mentre cercate di rispettare i limiti stradali sulla Milano-Torino; un gioco che non pensavate di volere, ma di cui non potrete fare più a meno. Tornando con le pistole in mano, Pistol Whip è uno strano miscuglio tra Beat Saber ed un FPS, in cui dovrete colpire a tempo di musica un nutrito gruppo di nemici come vi foste catapultati in una scena di John Wick, un mashup bizzarro ma estremamente riuscito, stancante e divertente allo stesso tempo, per PC ed Oculus Quest. Asgard’s Wrath è il primo vero blockbuster fantasy nativo in VR, esclusivo per Oculus Rift. Quest’opera monumentale vi propone una campagna di ben quaranta ore, zecca di ambientazioni, mostri e quest secondarie. Nonostante una certa ripetitività di fondo, che uscirà tuttavia fuori solo dopo diverse decine di ore, l’opera di Sanzaru Games lascia un segno indelebile nel mercato ed offre un’esperienza mai vista prima. Defector è la risposta Oculus Rift al Blood & Truth di Sony: un’avventura investigativa alla 007 che si trasforma presto in un’action chiassoso dal gusto scifi: zero momenti morti e tanta azione. La risposta PC al già citato Firewall Zero hour la si può ritrovare invece nei due FPS competitivi più in voga su personal computer: Onward e Pavlov. Presto disponibili anche su Quest, questi due titoli presentano diverse modalità tra le più quotate nel genere, e se il primo cerca di proporre il competitivo in un ottica molto più realistica, il secondo risulta invece più caciarone e vicino allo spirito di un Call of Duty. Entrambi, comunque, rimangono fondamentali nella propria libreria VR. L’ultimissimo titolo di cui vi parlo è invece l’ultima opera di Stress Level Zero, che si impone sul mercato come l’esperienza più difficile da buttar giù per gli stomaci delicati: Boneworks. L’fps physic based che fa il verso ad Half Life è un’opera stratificata e complessa, lunga e faticosa, ma che sa regalare anche grandi soddisfazioni. Per la prima volta la fisica viene sfruttata al 100% per superare i livelli e difendersi dai nemici, e Boneworks si impone come uno dei grandi traguardi raggiunti dal videogioco VR contemporaneo. Il prezzo da pagare è che il comfort è praticamente zero, ed è davvero l’ultimo step da intraprendere nel percorso di abitudine alla vr. Se riuscite a giocare a Boneworks complimenti, siete arrivati incolumi (o non) all’ultimo stadio, e siete pronti per vivere letteralmente qualunque esperienza ci proporrà da oggi in poi il mercato.
Finisce qui la nostra guida per principianti in due parti composta dall’episodio sulla scelta del visore, e quest’ultimo. Vi ricordo che i titoli citati non sono nemmeno il dieci per cento di quello che offre il mercato, e ho lasciato fuori anche molti titoli che ho amato profondamente, ma che magari non si prestavano ad un percorso pensato nello specifico per abbattere il motion sickness. Spero di esser stato chiaro, di non avervi tediato toppo e di avervi restituito una panoramica sufficiente a capire cosa è la realtà virtuale e come approcciarla, per qualsiasi altra domanda non esitate a scriverci nei commenti e speriamo che presto inizierete a far parte della nostra community. Da VR Italia per oggi è tutto, grazie a chi ci ha seguito e vi auguro un buon viaggio nel fantastico mondo della realtà virtuale.
Vi ricordiamo che trovate le recensioni di quasi tutti i titoli citati sulle pagine di VR ITALIA o sul canale youtube.
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