Recensioni

Switchback VR si aggiorna e diventa Next Gen!

Qualche mese fa usciva Switchback VR, l’ultimo titolo di Supermassive Games che andava a riproporre una formula analoga a quella che avevamo visto sul primo PlayStation VR con Until Dawn: Rush of Blood. Se il primo titolo VR dello studio mi aveva stregato, questa riproposizione moderna sul nuovo visore di Sony non mi aveva invece fatto impazzire. La colpa era di un ritmo decisamente inferiore a Rush of Blood, un’impostazione artistica meno ispirata, meno trasporto sul fronte horror e – soprattutto – un comparto tecnico molto lontano da quello che sono in grado di offrire PlayStation 5 e il suo nuovo visore. Arriva però oggi, un po’ a sorpresa, il primo grosso major update del prodotto, che va a proporre un impatto visivo decisamente diverso da quello che avevamo sperimentato lo scorso marzo.

Per un’analisi più completa vi invito a recuperare la mia recensione di qualche mese fa: il prodotto rimane lo stesso, quello che cambia è soltanto il comparto tecnico, oggi così diverso da meritarsi un contenuto a parte, che vada in qualche modo a premiare i visibili sforzi del team.

Siccome vi conosci, per chi non ha voglia di andare a recuperare il testo originale faccio un piccolo ripassino. Switchback VR è sostanzialmente uno shooter su binari in cui, in groppa a un carretto che viaggia a tutta velocità, andremo ad esplorare i luoghi più iconici della Dark Pictures Antology, l’ultima collezione di videogiochi dello stesso team di sviluppo. Se non li avete giocati, però, non preoccupatevi: Switchback VR propone in realtà un racconto inedito, che parte dai mondi che avevano già proposto altrove, andanto tuttavia verso una direzione totalmente nuova. Il nostro obiettivo è molto semplice: sparare a tutto quello che si muove, letteralmente. Non solo zombie mutaforma, demoni infernali e creature della notte, ma sostanzialmente qualsiasi oggetto presente dentro al mondo di gioco, se distrutto, andrà a resituirvi del punteggio. È quindi un mix dosato dignitosamente tra horror – che spinge soprattutto attraverso i jumpscare – ed action, che riesce a divertire nonostante qualche riserva.

Uno dei problemi più evidenti di Switchback VR, come anticipato, era un comparto tecnico che sembrava uscito dalla scorsa generazione di visori PlayStation. Se al core design era impossibile mettere mano, in Supermassive si sono sforzati di migliorare visibilmente il prodotto sul fronte tecnico, restituendoci oggi un colpo d’occhio decisamente più all’avanguardia. La risoluzione percepita è finalmente quella di un videogioco PSVR2, e non quella un po’ fumosa e sgranata del primo PlayStation VR, ma non solo. Switchback VR, da oggi, propone anche un’illuminazione rivista, alcune animazioni rifatte da zero, un’effettistica più convincente e, addirittura, dei modelli poligonali e delle texture totalmente nuove. Inutile dire che la figura che fa oggi il titolo di Supermassive è decisamente diversa da quella che mi aveva fatto mesi fa, e pecca soltanto nel non aver messo mano anche a quei modelli un po’ più ridicoli, come i cani e i pipistrelli, che tutt’oggi fanno più sorridere, che paura.

È comunque quasi un miracolo che a quattro mesi di distanza Supermassive ci abbia tenuto a mettere una pezza su alcuni degli elementi che davvero non funzionavano del prodotto, soprattutto perché non credo abbia venduto così tanto da poter realmente rientrare dei costi. Tant’è, l’update è sinceramente gradito, e soprattutto gratuito per chiunque possedeva già il prodotto.

La domanda è: perché non ci hanno pensato prima? E come hanno fatto a cambiare in modo così importante l’impatto grafico? La risposta alla prima domanda, ahimè, non ce l’ho, ma posso rispondere alla seconda. La grande aggiunta, oltre a tutti gli elementi che sono stati rifatti da zero, è l’aggiunta dell’FSR e del foaveted rendering sull’eye tracking, che prima era totalmente assente. Questo vuol dire che finalmente il gioco renderizza, e di conseguenza scala, al cento per cento della risoluzione soltanto ciò che il vostro occhio sta guardando, riportando così la risoluzione a un parametro accettabile rispetto a ciò a cui siamo abituati oggi. Mi rimane il grande dubbio del perché questa operazione non sia stata fatta prima, ma – forse – è meglio smetterla di farci domande in proposito, e godere finalmente di Switchback VR come avremmo dovuto fare fin dal day one.

Switchback VR rimane un gioco simpatico, non particolarmente riuscito, ma sicuramente indicato a chi cerca costantemente l’horror in realtà virtuale. Due momenti interessanti e spaventosi li ha, qualche livello brilla più di altri e lo shooting è molto buono; oggi, il titolo di Supermassive vanta anche di un comparto tecnico più che dignitoso, suggerendovi che forse, se lo stavate tenendo d’occhio, è arrivato il momento di mettere le mani su questa esclusiva horror per PlayStation VR2.






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Alessandro Redaelli

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