Tactera: la recensione

Introduzione

Tactera giunge su Steam (ma nei prossimi giorni anche su Oculus Home) dopo un lungo percorso e varie tappe intermedie. Nasce fondamentalmente come titolo per Gear VR anche se ha avuto una demo di un certo successo sull’Oculus DK2 ai suoi tempi. Vincitore di diversi riconoscimenti nel 2015, data che con la notevole velocità del mercato della realtà virtuale appare oggigiorno lontanissima, ha ora un “fratello” di più moderna genesi in Skylight. Recensiremo entrambi i titoli, iniziando da Tactera. Ultima nota da sottolineare, l’autore è il medesimo di Darknet, altro titolo in circolazione da anni, dai vari premi e dai trascorsi mobile, qualora apprezziate la strategia ed i giochi da tavolo è un prodotto degno di ogni attenzione e probabilmente il più enigmatico dei tre.

Il gioco

Tactera pone il giocatore all’interno di un contesto wargame simulato, con mappe olografiche rappresentate nella plancia di comando di un non meglio identificato quartier generale. Lo stile wireframe adottato per le proiezioni orografiche gli conferisce un forte tocco retrò anni ottanta, cosa che favorisce anche a tenere basso il numero di poligoni da gestire considerato il suo pedigreé mobile, ma nella sua semplicità risulta elegante e funzionale. Il giocatore dovrà gestire due fasi distinte della campagna, la prima consistente nel muovere le truppe e generare unità in base agli esagoni posseduti, la seconda nel scendere sul campo a combattere.

Ogni tessera dello scenario può ospitare fino a tre unità di combattimento per esercito, con un massimo quindi di 3×3 nel caso di uno scontro con tutti i mezzi disponibili. Affinché un esagono risulti sotto il proprio controllo deve rimanere almeno una unità al suo interno a presidiare, quindi non è possibile avanzare con tutte le truppe ma servirà un continuo ricambio. La quantità di unità che vengono generate per turno dipende dalle caselle possedute, quindi lo scopo finale è di espandersi più possibile ma garantendo per le zone di frontiera una difesa adeguata.

Qualora nello stesso turno unità dei due schieramenti si trovino nello stesso esagono, lo scontro diventerà inevitabile. Anche in caso di scontri multipli, il giocatore potrà fare una sola battaglia per turno con l’esito delle restanti in base alle probabilità. Il campo di battaglia sarà una griglia di dimensioni e foggia variabili contenenti un numero di basi proporzionale alle unità possedute, e tante altre basi intermedie conquistabili. Il giocatore, similmente a quanto visto in Orch Star nell’ultima recensione, non combatterà in modo diretto ma darà istruzioni alle truppe trascinandole da una postazione all’altra. Mimando un tower defense, ogni struttura da noi posseduta si tramuterà in torre e contribuirà a generare truppe nonché in alcuni casi ad attaccare lei stessa. Esistono numerosi tipi di unità tutti con caratteristiche differenti, punti di forza e antagonisti naturali. Manca una campagna vera e propria in cui crescere, ma il titolo offre una certa rigiocabilità grazie alle molte modalità presenti, inclusa una multiplayer.

Comfort e implementazione

Come già citato, Tactera nasce su Gear VR quindi ha un livello di dettaglio non particolarmente spinto ma che unitamente allo stile wireframe degli ologrammi risulta essere adeguato al contesto e non privo di stile. I requisiti hardware indicati sono gli stessi base tipici della realtà virtuale, ma è probabile che il gioco sia perfettamente fruibile da computer assai meno performanti. Al puntamento con la testa utilizzato nella versione mobile si è passati al puntamento via controller (ne basta uno soltanto) che rende più comodo il tutto anche se la manipolazione non sarà mai diretta, gli oggetti vanno indicati e selezionati, non afferrati e trascinati.

Conclusioni

Se già la strategia in generale tende a risultare di nicchia per realtà virtuale, qui ne vediamo una applicazione ancora più settoriale. Essendo un porting mobile non dobbiamo aspettarci ne’ dettaglio spinto ne’ sfruttamento avanzato del tracciamento delle mani, d’altro canto il prodotto risulta raffinato e ben stilizzato, realizzato con mestiere da uno sviluppatore che lavora con la realtà virtuale già da anni con un certo profitto. Se la strategia vi interessa è certamente da tenere d’occhio.






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Raffaele Cadeddu

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