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Tea for God: l’anteprima della versione SideQuest (Oculus Quest)

Giocato su Oculus Quest

Se si considerano due rette su un piano infinitamente lunghe, esse non si incrociano mai. Questo è uno dei principi fondamentali della geometria Euclidea. Ma se queste rette non corrono lungo un piano ma per esempio su una sfera, ecco che esse in un certo punto si intersecano. In geometria è questa la definizione di Non-Euclideo, termine che viene però utilizzato in altri campi con un significato diverso. Nei videogiochi per esempio Non-Euclideo viene spesso usato per descrivere un mondo di gioco che non rispecchia le regole geometriche della realtà. Ed è proprio questa caratteristica, insieme alla creazione procedurale degli ambienti, che forma le fondamenta del gioco Tea for God di Void Room.

 

Esiste anche un preambolo narrativo alle vicende: in un mondo governato da un dio imperatore le macchine prendono il sopravvento e lo uccidono. Il compito del protagonista umano è quello di sconfiggere le macchine che si sono stabilite nel palazzo del dio, dopo essersi trasformato egli stesso in macchina. Questa è appunto solo un’introduzione, visto che nel gioco non esiste alcun aspetto narrativo. A dir la verità Tea for God non è neppure un gioco vero e proprio, ma più una tech demo in piena fase di sviluppo. Già così però rappresenta una delle esperienze più innovative che si possono fare in VR.

Tea for God è disponibile per Oculus Quest e per i visori PC, sia Oculus che SteamVR. Giocarlo con un visore cablato però non ha molto senso visto che il punto forte del gioco è proprio lo sfruttamento del room scale. Non esiste infatti un sistema di locomozione classico dei giochi VR, teletrasporto o movimento fluido che sia, ma ci potremo muovere negli ambienti di gioco semplicemente… camminando! Il gioco infatti memorizza i confini della nostra area di gioco, ed al suo interno crea degli ambienti in maniera procedurale e che sembrano usciti direttamente da un quadro di Maurits Escher. Ci si ritrova quindi a camminare tra corridoi angusti e sfruttare delle piattaforme che cambiano in continuazione, e che non seguono uno spazio geometrico verosimile. Tutto questo restando all’interno dei confini di gioco impostati con il nostro visore.

È chiaro che avere un cavo tra i piedi giocando a Tea for God può risultare addirittura frustrante. Inoltre il fatto che più i nostri confini sono ampi e più sono grandi anche gli spazi di gioco ci fa capire come il cavo sia in assoluto l’impedimento maggiore. Mentre con il Quest, soprattutto se si possono sfruttare spazi di 5×5 metri e più, il gioco letteralmente esplode in tutta la sua bellezza. Anzi sorge quasi in automatico la domanda: perché da quando è uscito il visore standalone di Oculus nessuna casa produttrice più importante ha pensato ad un sistema simile?

Tolta quindi la caratterizzazione degli ambienti di gioco, resta da capire cosa si può fare una volta all’interno, ed è qui che si palesa la natura di indie in early access. Tea for God si gioca in prima persona come la stragrande maggioranza dei titoli in VR, con 2 armi (una per mano) con una diversa cadenza di fuoco, che serviranno per distruggere alcune tipologie di automi che ci ostacoleranno durante il nostro cammino. I robot di varie dimensioni e le torrette che incontreremo hanno una IA veramente basilare e si limiteranno a spararci contro spesso con poca convinzione. Oltre che sparare potremo prendere e attivare alcuni piccoli insetti-robot per farli esplodere al momento giusto, interagire con qualche leva o pulsante e poco altro.  La grafica è veramente minimale, e ci può stare visto anche la proceduralità della creazione degli ambienti: il design però, soprattutto dei nemici, può essere sicuramente migliorato. Inoltre nonostante la semplicità della grafica spesso il framerate risulta ballerino; niente di sconvolgente, ma chi soffre di motion sickness è avvisato. Già buono invece il ventaglio di opzioni di gioco, con la possibilità di scegliere se affrontare dei livelli semplici e con pochi nemici, oppure più contorti e con avversari più tosti. Ci sono delle modalità preimpostate oppure si può personalizzare l’esperienza come più ci aggrada, agendo sulle opzioni avanzate.

Nonostante gli evidenti limiti dovuti alla natura del progetto, Tea for God si rivela già ora un gioco diverso dalla massa, che prova a spezzare anche l’ultima catena che tiene legato il sistema di movimento dei giochi flat a quello in VR, cioè il classico utilizzo dell’analogico. Poter camminare liberamente nello spazio infatti è l’ultimo grado di libertà che manca per raggiungere l’immersione totale nel virtuale. Speriamo che anche altri sviluppatori più navigati possano prendere spunto da questo gioco proponendo prodotti superiori dal punto di vista tecnico.

Tea for God può essere scaricato gratuitamente dal sito ufficiale (o per chi ha il Quest direttamente da Sidequest). Compatibile con i visori PC di Oculus, tutti i visori Steam VR, e con Oculus Quest.

 






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Alessio «Back To VR» Menegazzi

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