Giocato su Oculus Rift S
(avevamo già recensito The Climb a suo tempo, questa è una recensione rivisitata con video recensione, che tiene conto anche della versione Oculus Quest.)
Eccoci tornati con le nostre retro-recensioni, questa volta con un titolo clamoroso di mamma Oculus, uscito sia su PC che su Oculus Quest, che non stento a definire un capolavoro. The Climb, ovvero il miglior titolo di arrampicata presente sul mercato VR, non solo sembra un prodotto recentissimo per quanto è consapevole del mezzo e per quanto è impressionante visivamente, ma rimane tutt’oggi uno dei dieci più grandi titoli da provare in realtà virtuale. Con l’arrivo del secondo capitolo a brevissimo, diamo quindi una ripassata a questo classico senza tempo, capace di farci provare emozioni che – forse – ancora nessun’altro è riuscito a darci.
Dopo una decade passata a sviluppare sparatutto in soggettiva, nel 2013 i tedeschi di Crytek tentano un’incursione nell’avventura “storica” dando alla luce Ryse: Son of Rome; un action in terza persona tecnicamente straordinario, ma che delude critica e pubblico a causa delle sue imbarazzanti mancanze sul fronte del gameplay. Dopo Ryse, Crytek si ritrova ad un passo dal collasso finanziario, vedendosi costretta a vendere il suo potente motore proprietario, e tentando il tutto per tutto abbracciando PSVR ed Oculus con dei progetti esclusivi in realtà virtuale. Dal matrimonio con i due colossi nascono due prodotti di tutto rispetto: Robinson: The Journey, uscito in esclusiva temporale su PSVR ed arrivato successivamente su PC, e The Climb, che viene invece distribuito in esclusiva permanente su Oculus Rift, per approdare poi su Oculus Quest. Il futuro di Crytek, visti anche i recenti sviluppi con Hunt: Showdown e Crysis Remastered, è ancora incerto, ma su una cosa non ci sono dubbi: ai ragazzi di Francoforte, la realtà virtuale scorre nelle vene.
Il primo impatto con The Climb lascia sinceramente a bocca spalancata. Dopo aver affrontato un breve tutorial, che spiega i semplici comandi utili per affrontare una scalata, veniamo catapultati nel primo dei quattro scenari disponibili. Ci ritroviamo in una baia soleggiata, avvertendo un vento tra i capelli, che risulta tangibile per quanta bellezza si respira attraverso il Cryengine; tanto che prima di iniziare la nostra scalata verrà difficile non soffermarsi qualche minuto a guardarsi intorno con gli occhi sgranati. Quando iniziamo il nostro percorso, ci accorgiamo che in The Climb non è soltanto lo stupore a farsi spazio nella nostra percezione, ma anche – e soprattutto – il senso di pericolo.
Toccate certe vette, la tensione inizierà a farsi palpabile proprio a causa delle altezze, di ostacoli sempre più complessi, di scale e prese che non riusciranno a reggere il peso del nostro corpo, e di salti al cardiopalma da pelle d’oca. Fortunatamente, ci pensa un ottimo sistema si checkpoint a tutelare la nostra mancata attenzione e la nostra scarsa prestanza fisica. Dopo ogni breve micro-sezione infatti, un gancio posizionato ogni manciata di metri salverà in automatico la partita, evitando un senso di frustrazione che poteva farsi snervante sul lungo periodo. Certo, cadere nel vuoto ci farà comunque perdere preziosi punti in leaderboard, ma una volta imparato il percorso potremo sempre riprovarci, tentando la perfect run e scalando le vette della classifica.
Un’altra meccanica interessante è quella legata alla magnesite, che nelle vere scalate serve a limitare la sudorazione, per mantenere più facilmente la presa. Ogni mano presenta una barra della stamina, che scenderà velocemente qualora rimarremo appesi con una sola mano, e che una volta giunta a fine corsa ci farà cadere nel vuoto. Ed è proprio qui che il magnesio viene in nostro soccorso. Agitando i controller mantenendo il tasto grip, sarà possibile riempirsi le mani di questa preziosa polverina, aumentando il tempo di presa, e dandoci la possibilità di eseguire un buon numero di movimenti prima di aver bisogno dell’ennesima ricarica. L’operazione risulta semplice, intuitiva e quasi geniale a livello di game design; riuscendo nell’impresa di arricchire abbondantemente un gameplay che si basa fondamentalmente su una sola operazione.
Nonostante il genere potrebbe non permetterselo, The Climb offre un’eccezionale quantità di contenuti. Tra le modalità di gioco troviamo la solita “practice mode”, utile ovviamente per allenarsi senza punteggi, ed una “modalità classica”, che contiene a sua volta diversi livelli e sotto-modalità. Gli ambienti sono quattro in totale, a loro volta suddivisi i tre livelli di difficoltà crescente; più due livelli bonus per i più coraggiosi, che consistono sostanzialmente nello scalare brevi tratte senza salvataggi, uso di magnesio e indicazioni.
Similmente ad alcuni titoli sportivi, The Climb permette anche di sfidare il proprio “fantasma” o quello degli amici all’interno di qualsiasi livello, aumentando le possibilità di un prodotto che ha già molto da offrire.
Come se non bastasse, il titolo offre anche una grande quantità di segreti e achievement, che ci premieranno con oggetti estetici di varia natura come guanti, orologi e polsini, utili per personalizzare il proprio simpatico grimpeur; di cui è possibile scegliere anche sesso e colore della pelle.
Un altro aspetto divertente, che aiuta ed aumenta la tanto agognata longevità, è rappresentato da piccole action cam nascoste tra i vari livelli, dimenticate da qualche sfortunato avventuriero e in attesa di esser ritrovate nei luoghi più impensabili. Nonostante i nove livelli principali si possano finire in un paio d’ore senza badare a null’altro, sono sicuro che The Climb potrà accompagnare le vostre scampagnate in realtà virtuale per ore ed ore, spingendovi a riprenderlo in mano ogni qual volta abbiate voglia di un po’ di sport estremo.
Quella analizzata è la versione PC, giocata attraverso sia un Oculus Rift, che un Oculus Rift S. Da non sottovalutare però la versione Oculus Quest, che riesce magicamente a mantenere un colpo d’occhio di tutto rispetto, sacrificando un po’ di dettaglio ed effettistica. La versione Quest è un miracolo tecnologico tanto quella per HMD cablati, e se siete in possesso unicamente dello standalone di Facebook non dovete – anche in questo caso – farvelo scappare. Se avete a disposizione entrambe le piattaforme invece, il consiglio è quello di buttarsi sulla versione PC, aumentare a manetta il super sampling, e godersi il meraviglioso mondo di The Climb al massimo delle sue potenzialità.
C’è poco altro da dire riguardo alla maestosità di The Climb, se non che risulta un acquisto obbligato assolutamente per tutti, a prescindere dal visore e dall’interesse per lo sport di riferimento. Sfido chiunque a non emozionarsi una volta raggiunta la prima vetta, con le nostre braccia indolenzite e le mani del vostro alter ego insanguinate, mentre una manciata di ragazzi a fianco a voi si lanciano con la tuta alare, lasciandovi nel trionfo del magico accompagnamento sonoro. La soddisfazione e la bellezza di scalare una montagna con le nostre stesse mani non ha prezzo, e nonostante stiamo sempre parlando di un videogioco, le sensazioni che è in grado di regalare The Climb sono – invece – assolutamente reali.
The Climb è disponibile dal 28 Aprile 2016 su Oculus Rift e dal 3 Dicembre 2019 su Oculus Quest, al prezzo di 29,99€, compatibile con Oculus Rift, Oculus Rift s, Oculus Quest ed Oculus Quest 2.
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