The Mage’s Tale: la recensione

Diciamoci la verità, inXile Entertainment non è mai stata sinonimo di grande qualità. Nata dalle ceneri della compianta Interplay, fin dall’esordio con The Bard’s Tale la software house americana ha arrancato per anni con piccoli progetti destinati al mercato mobile (Fantastic Contraption, Line Rider 2) e produzioni più grosse che hanno deluso sia critica che pubblico (Hunted: The Demon’s Forge). Nel 2014 però, con con un grande colpo di scena, inXile pubblica il seguito dello storico Wasteland, finanziato grazie a kickstarter e in cui Brian Fargo torna in cabina di regia, ottenendo finalmente un ottimo successo da tutti i fronti. Avete presente il detto “se vuoi una cosa fatta bene, falla da te” ? Ecco, Il buon Fargo dovrebbe tenerlo a mente, perché non appena si limita a produrre senza contribuire a livello creativo escono fuori i mezzi disastri e The Mage’s Tale, spin-off ufficiale di The Bard’s Tale, ne è la prova tangibile.

Le premesse narrative, come spesso accade, non sono delle più brillanti: nei panni di un giovane mago assistiamo alla cattura del nostro maestro da parte di uno stregone ben poco amichevole; questo ci porterà alla conseguente ricerca dello stesso, portandoci a farci strada tra goblin di stazza sempre maggiore, temibili trappole ed enigmi da risolvere.

Mediamente in un dungeon crawler, come è il titolo che stiamo analizzando, la narrativa è lasciata il più delle volte in secondo piano, per concentrarsi su un gameplay solido e raffinato. Purtroppo in questo caso oltre ad una scrittura insufficiente, The Mage’s Tale manca anche di un gameplay riuscito, che fallisce anche a fronte di un level design pigro e una generale mancanza di bilanciamento.

Ciò che dovremo fare in The Mage’s Tale, sarà procedere all’interno di livelli a corridoio tra sezioni di shooting ed enigmi di varia natura. Se le prime riescono a strappare qualche sporadica soddisfazione, le seconde sono gestite in maniera tutt’altro che felice. Spesso capiterà di tentare la soluzione più logica per risolvere un rompicapo e fallire, cercando quindi una strada alternativa che in realtà non c’è per tornare poi sui propri passi e, magicamente, riuscire inaspettatamente nell’impresa. Questo è dato dalla pessima esposizione dei rompicapi al giocatore, che in mancanza di riscontri alle sue azioni si troverà a girare a vuoto per decine di minuti, spezzando il ritmo di gioco. Gli enigmi più chiari sono invece di una facilità disarmante, inseriti chiaramente al solo scopo di aumentare la longevità del titolo e spezzare la monotonia degli incontri. I suddetti scontri con i nemici poi, che gestiremo con l’utilizzo delle mani virtuali selezionando le magie da un menù richiamabile, verranno oltretutto a noia molto rapidamente, risultando sia ripetitivi che sbilanciati nella difficoltà.

Chi vi parla non è un grande estimatore del fantasy. O meglio, è un contesto che apprezzo solo quando sorretto da una grande scrittura (come nel caso di un The Witcher 3) o da una grande art direction (come, invece, nel caso dei Souls di From Software). Qui non abbiamo niente di tutto ciò e The Mage’s Tale pecca sia nella scrittura che in una direzione artistica terribilmente generica e noiosa. E’ plausibile che gli amanti di questo tipo di contesto rimangano un filo più interessati alle vicende narrate, ma a causa degli oggettivi problemi di game design è difficile che mantengano comunque l’interesse per tutta la durata del titolo.

Anche a livello tecnico ci sono dei problemi. Nonostante la grande varietà di stili di movimento (si va dal free locomotion, al teleport, al dash), nessuno dei tre è gestito al meglio, costringendoci a passare da uno all’altro in base alla situazione.
A livello grafico siamo invece nella media per quanto concerne l’impatto visivo (nonostante la terribile art direction sopracitata) ma le animazioni di nemici ed NPC risultano comunque legnose e poco aggraziate, rafforzando l’impressione di un prodotto sbrigativo e decisamente fuori tempo massimo.

Lasciando spazio alla mia parte democristiana, il titolo inXile ha comunque dalla sua un paio di aspetti positivi. Il senso di progressione del personaggio è ben gestito grazie una progressione semplice ma immediata delle skill passive, le brevi fasi in cui si dovranno creare le proprie magie sono simpatiche e l’accompagnamento sonoro è dignitoso.

E’ in ogni caso un’occasione sprecata quella di The Mage’s Tale, che promettendo troppo finisce per restituire poco e niente, risultando un prodotto anonimo e vuoto, alla stregua di molte produzioni indipendenti a basso budget. Dalle esclusive Oculus Rift ci aspettiamo una qualità ben maggiore, speriamo dunque che il primo titolo VR di inXile rimanga una dimenticabile goccia nell’oceano.

The Mage’s Tale è disponibile su Oculus Store dal 20 Giugno 2017.






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Alessandro Redaelli

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