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The Twilight Zone | la recensione | Meta Quest 2

Giocato su Meta Quest 2

Quando fu annunciato un gioco VR basato su Ai Confini della Realtà ero decisamente contento. La serie di Rod Serling, andata in onda dal 1959 fino al 1964, è stata uno dei prodotti d’intrattenimento fantascientifico che più mi hanno formato nel contesto del genere, ed è stata in grado di regalarci – anche con i suoi seguiti e remake – storie straordinarie e spunti di riflessione clamorosi. Sono stato un po’ meno contento quando ho letto il nome del publisher: Fun Train. Lo studio statunitense, infatti, ha pubblicato sì l’ottimo The Exorcist Legion VR, ma anche quel prodotto decisamente dimenticabile che è Tarzan VR. Questo terzo titolo è quindi la prova del nove: Tarzan è stata una svista, o The Exorcist Legion VR un colpo di fortuna? Scopriamolo insieme nella nostra recensione.

The Twilight Zone, come vuole la tradizione seriale, è un titolo a episodi. Questo vuol dire che non affronteremo una storia singola e unitaria; bensì una serie di tre esperienze, caratterizzate ognuna da tre game design differenti, e condite dalle vibes che caratterizzavano il prodotto originale.
Il primo episodio ci mette nei panni di un CEO cattivissimo di un’azienda di videogiochi, che a causa del crunch intensivo ai dipendenti si ritroverà catapultato all’interno di una meta-esperienza che gli cambierà la vita. Il secondo ci mette invece nei panni di un uomo alla ricerca della figlia scomparsa, dentro a un mondo post-apocalittico, popolato da creature mostruose. Infine, il terzo, racconta di un attacco alieno, e del rapimento del nostro protagonista, intrappolato in un loop senza fine, dal quale dovrà cercare di fuggire.

Se è vero che tutti e tre ricalcano concettualmente lo spirito della serie, soltanto il primo episodio mantiene realmente intatta la verve satirica e grottesca del prodotto originale, presentandoci un soggetto divertente e – oltretutto – in grado di dire anche qualcosa. Gli altri due, tolto il classico colpo di scena finale, sono invece molto più formulaici nell’andamento e nel macro-racconto, e non convincono fino in fondo a livello narrativo.

Dal punto di vista ludico, invece, The Twilight Zone ci presenta fondamentalmente tre giochi ben differenziati tra loro, che spaziano dallo stealth game, allo sparatutto, fino ad arrivare a una sorta di walking simulator, con elementi d’azione. Il grosso problema è che nessuno dei tre generi convince davvero fino in fondo. L’horror ansiogeno del primo episodio, nel suo presentarci meccaniche grezze e non particolarmente rifinite, funziona dignitosamente, e ci fa passare un’oretta scarsa di tensione, attraverso gli strumenti più basilari del genere.
Lo sparatutto, invece, è un vero disastro. Messo da parte un level design che sembra uscito da un gioco di tre generazioni fa, sparare attraverso le armi di Twilight Zone è davvero terribile, e lo shooting non riesce a restituire un briciolo della profondità e soddisfazione che merita invece l’atto di sparare in realtà virtuale.
Il terzo ha lo stesso problema legato allo shooting, mentre le sezioni esplorative funzionano più che bene. Insomma, qualcosa sì, qualcosa decisamente no.

Ciò che rende The Twilight Zone più interessante di alcuni prodotti gemelli, è sicuramente l’impatto tecnico. Nonostante siamo su Quest 2, e nonostante alcuni elementi non brillino certo per definizione o ricchezza poligonale, il colpo d’occhio generale del prodotto è davvero molto buono. Alcuni ambienti – soprattutto gli interni – sono realizzati con grande cura per il dettaglio, e la messa in scena, quando ha voglia, riesce a supportare dignitosamente lo sforzo puramente tecnico. Non siamo di certo di fronte a un miracolo, e i recenti Ruinsmagus e The Last Clockwinder hanno dimostrato che si può ottimizzare molto meglio l’hardware dello standalone; ma rimane comunque una buona prova tecnica, soprattutto nel contesto dell’horror esclusivo su Meta Quest.

Ahimè, The Twilight Zone manca totalmente di una traduzione in italiano, o quantomeno dei sottotitoli in inglese. Di conseguenza, chi non cosce la lingua si ritroverà decisamente tagliato fuori da un prodotto che aveva le potenzialità per andar bene un po’ in tutto il mondo, sfruttando una licenza conosciuta davvero ovunque. Male anche la longevità, con due ore e mezza circa necessarie a chiudere tutti e tre gli episodi, a fronte di un prezzo di venti euro.

The Twilight Zone è un titolo che poteva decisamente fare di più, soprattutto in relazione al marchio importante che si porta dietro. Il titolo di Pocket Money Games ha dalla sua qualche momento spaventoso, un primo episodio che funziona bene nella sua semplicità, e un discreto comparto tecnico. Dall’altra parte ha però anche uno shooting pessimo, un game design un po’ grezzo e una durata insufficiente. Da considerare se siete grandi fan della serie, o se avete giocato tutti i prodotti horror che offre Meta Quest. In tutti gli altri casi, guardate serenamente altrove.

The Twilight Zone è disponibile dal 14 luglio 2021 al prezzo di 19,99€ su Meta Quest 2.






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Alessandro Redaelli

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