Time Carnage: recensione e video recensione

I ragazzi di Wales Interactive hanno chiaramente molta voglia di lavorare. E’ probabilmente per questo motivo che in cinque anni hanno già sviluppato e distribuito quasi venti titoli per più piattaforme,  attraversando diversi generi. Non tutte le loro produzioni vengono apprezzate, ma il loro primo tentativo con la VR “Don’t Knock Twice” si era rivelato un prodotto riuscito, tanto da spingerli a riprovarci con la realtà virtuale esplorandone il sottogenere più comune.

Time Carnage è un wave-shooter in cui il protagonista viaggia nel tempo attraverso quattro periodi storici fittizi, con l’apparente scopo di salvare il mondo. Dell’aspetto narrativo ce ne frega poco e niente e chiaramente anche a Wales Interactive, che pensa bene di puntare tutto sulle sparatorie e su una personale meccanica legata alla durata dei caricatori.

La modalità principale di Time Carnage è chiaramente la campagna, suddivisa per l’appunto in quattro macro aree, a loro volta divise in quattro missioni composte da dieci ondate l’una. Prima di lanciare il livello ci verrà chiesto di scegliere il nostro loadout per un totale di quattro armi. La meccanica di gioco principale di Time Carnage sta qui: una volta arrivati sul luogo della missione saremo protetti da uno scudo a forma di cupola, all’interno del quale avremo le nostre quattro armi selezionate in precedenza. Le armi hanno chiaramente dei colpi limitati, ma non potremo ricaricarle manualmente o attraverso dei gesti specifici. Quello che dovremo fare sarà riposizionare le armi al loro posto non appena avremo finito di usarle, in modo da farle ricaricare attraverso il loro dock personale. Questa simpatica pensata ci costringerà quindi a scegliere con grande cura il loadout del personaggio, facendoci fare avanti e indietro tra un’arma e l’altra e rendendo gli scontri potenzialmente più strategici di uno sparatutto a ondate qualsiasi.

Se da una parte la meccanica legata ai dock funziona, dall’altra abbiamo diversi elementi che funzionano meno. Innanzitutto le dieci ondate che compongono le missioni sono davvero troppe e spesso mal bilanciate. Le prime cinque o sei ondate saranno il più delle volte davvero noiose, con pochi elementi a schermo e pattern dei nemici molto prevedibili. Il problema è in parte risolvibile settando la difficoltà più alta, che offre un livello di sfida più dignitoso, ma anche qui le ultime due ondate di ogni livello risultano troppo sbilanciate, con una difficoltà artificiosa che spesso punta sul caso, rovinando l’esperienza. La SH ha pensato bene di inserire dei checkpoint ogni due ondate in modo da non ricominciare da capo il livello se sconfitti, ma purtroppo questi non fungono da salvataggio permanente e spariscono all’avvio successivo.

Ci sono anche altri aspetti del gioco che non sono particolarmente riusciti: dall’estetica un po’ piatta e derivativa dei livelli, alle brutte animazioni dei nemici, alle musiche anonime fino ad arrivare ad un gunplay che non soddisfa pienamente. Eppure Time Carnage in qualche modo funziona.

Nonostante abbia l’aspetto e il gameplay di un titolo mobile, il wave-shooter di Wales Interactive, se preso a piccole dosi e giocato alla difficoltà più indicata, diverte e offre una quantità di contenuti ragguardevole. La campagna principale durerà dalle quattro alle sette ore a seconda del livello di difficoltà, ma sono presenti anche modalità collaterali quali challenge a tempo e sfide con modificatori. Tra missioni principali, missioni secondarie e achievement, Time Carnage potrebbe durare oltre le dieci ore, facendo la gioia di chi nella VR cerca anche una certa longevità e continuità nel single-player.

Visivamente Time Carnage è la fiera dell’asset non originale e se lo è comunque non lo sembra. L’impatto estetico non è malvagio, con una buona qualità soprattutto degli ambienti e diversi rimandi alla cultura pop che attraversano più media. L’estetica sci-fi del terzo mondo ad esempio, fa chiaramente il verso ai colori accesi e sontuosi del Deakins di Blade Runner, mentre l’era mesozoica contiene palesi rimandi a Dino Crisis e Jurassic Park. Tuttavia manca un po’ di personalità, soprattutto nei modelli poligonali dei nemici e nel gusto generale. Il comparto audio è probabilmente l’aspetto peggiore della produzione, con suoni orrendi mixati oltretutto male e musiche dimenticabili.

Nonostante l’aspetto da replica, Time Carnage è comunque in grado di divertire. Non riesce a raggiungere le vette del genere toccate ad oggi da Serious Sam: The Last Hope e pochi altri, ma riesce a fare un lavoro dignitoso offrendo per altro tantissimi contenuti. Forse a prezzo pieno non ne vale la pena, ma se avete voglia di uno shooter a ondate dritto e senza troppe pretese, Time Carnage potrebbe essere una discreta scelta.

Time Carnage è disponibile dal 10 Aprile 2018 su Playstation Store, Steam e Oculus Store.

 






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Alessandro Redaelli

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