Tin Hearts: recensione e video recensione

Introduzione

Tin Hearts, ovvero cuori di latta, è un adorabile rompicapo sulla falsariga di Lemmings, indimenticata serie che gli attempati giocatori della realtà virtuale sicuramente ricorderanno. Non è una idea originale nel mercato VR, abbiamo ad esempio già avuto due insipidi Fly to Kuma ma anche uno sconosciuto e per nulla malvagio Waddle Home, tuttavia Tin Hearts ha tutt’altro impatto grafico ed emotivo. Non per nulla lo studio che lo ha realizzato è formato da ex sviluppatori Lionhead, la casa che ha dato i natali a Black and White e Fable.

Il gioco

Tin Hearts è un rompicapo, per chi non avesse familiarità con Lemmings ed i suoi tanti cloni lo scopo del gioco consisterà nel portare a salvezza gli ignari personaggi, dei soldatini di latta in questo caso, piazzando ostacoli e deviazioni tali da sgomberare il percorso fino all’uscita. Qui si inizia con livelli introduttivi di piccole dimensioni che fungeranno da tutorial, per arrivare ad intere stanze da esplorare in roomscale o tramite teletrasporto. A differenza dei suddetti Lemmings ma non dei già citati titoli VR, l’impostazione qui adottata non favorirà soluzioni creative ma l’individuazione dell’unico percorso sicuro, solitamente non evidente ad un primo sguardo e con qualche insidia nascosta.

Nonostante l’indubbia pulizia grafica e l’ispirata caratterizzazione degli ambienti, il prodotto in esame risulta essere in accesso anticipato includendo il solo primo capitolo su tre previsti, per una lunghezza attuale di circa tre ore contro le nove del gioco completo. Se da un lato la longevità odierna è certo rispettabile per i deboli standard VR, dispiace avanzare nel gioco senza trovare pieno compimento dell’avventura. D’altro canto il prodotto è degno di essere supportato e viene proposto ad un prezzo competitivo, che è destinato a lievitare nella sua versione definitiva attesa nei prossimi dodici mesi.

Tecnicamente ed artisticamente Tin Hearts è tra i migliori, se non il migliore, rompicapo disponibile per VR. Ambientato in una fabbrica di giocattoli, ogni stanza sarà splendidamente caratterizzata con una penombra e degli effetti di illuminazione di grande atmosfera. Il sonoro risulterà altrettanto riuscito, con silenzi spezzati da una delicata linea di pianoforte la quale reagisce dinamicamente ai nostri interventi sul tempo. Potremo infatti fermare, riavvolgere o accelerare il tempo trascorso con un effetto molto piacevole a vedersi.

Comfort e implementazione

A parte la presenza di un solo atto, l’unico reale elemento che denota la necessità di affinamento è l’interfaccia di gioco. Dovremo manipolare degli elementi e sarà possibile farlo sia in modo manuale, usando polso e dita, che attraverso dei comandi. Sul Vive più che sul Rift questo può rappresentare un problema per il ridotto numero di bottoni: ad esempio il touchpad verrà usato sia per spostare i pezzi, per ruotarli nonché per intervenire sul tempo e addirittura per teletrasportarci. La confusione nei primi livelli di gioco sarà inevitabile, specie per spostamento e rotazione: nulla di proibitivo ma l’innata intuitività dell’handtracking si andrà un po’ a perdere.

Conclusioni

Tin Hearts è un rompicapo poetico ed ispirato, che piacerà a tutti i nostalgici di Lemmings ma anche a chi è alla ricerca di un titolo curato e dal ritmo pacato. Va ribadito che si tratta di un accesso anticipato e quindi la campagna è completa solo per un terzo, ma anche a queste condizioni vale il suo costo. E’ certamente vero che dell’Early Access si è colpevolmente abusato nella realtà virtuale, ma la qualità complessiva ed i contenuti già inclusi fanno ben sperare per una felice conclusione del progetto.






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Raffaele Cadeddu

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