E anche quest’anno, fortunatamente, giunge al temine. Il 2020, oltre ad esser stato l’anno più disastroso del ventennio per una lunga serie di questioni che ben conosciamo, sarà ricordato anche come l’anno più scarno sul fronte PC e Playstation VR, ovviamente tolto Alyx. Fortunatamente lo zio Facebook è venuto però in nostro soccorso, regalandoci una serie di porting ed esclusive clamorose per il suo ben rodato Oculus Quest, ed il suo nuovissimo ed imperdibile Oculus Quest 2. Ripercorriamo quindi insieme questi ultimi dodici mesi, dando un occhio a quelli che sono stati i dieci titoli più straordinari, offerti dal mercato stand-alone. Ricordo che di tutti i giochi citati potete trovare le recensioni su VR Italia e sull’omonimo canale youtube, quindi qualora vi incuriosiscano andate a dare un occhio alle analisi approfondite Partiamo!
Dopo l’ottimo I Expect you to Die, i magici di Schell Games tornano sui nostri caschetti VR con un hack & slash rogue-lite clamoroso, in cui farsi spazio a suon di spadate, in un mondo che mischia fantascienza e fantasy con grande eleganza. Se qualcuno potrebbe non amare il fatto che ad ogni game over si è costretti a ripartire da capo – come vuole d’altronde il genere – c’è da dire che il sistema di combattimento basato su parate e contrattacchi ideato dallo studio americano è tutt’ora il migliore nel mercato, quantomeno per quanto concerne gli scontri melee. Il combat system di Until You Fall è così bello che pagherei oro per vedere un Dark Souls basato esattamente sullo stesso; ma nel frattempo il titolo approdato su Oculus Quest mi basta e avanza, anche perché per vedere i titoli di coda, le bestemmie che usciranno dalla vostra bocca saranno paragonabili a quelle urlate in compagnia del capolavoro di Myiazaki.
Su Quest non abbiamo titoli di corsa che non siano prodotti estremamente arcade e dall’impostazione più caciarona. Mini Motor Racing X è chiaramente uno di questi, ma tra tutti è decisamente il più riuscito, anche grazie all’intuizione di costruire tutto il gioco sull’idea delle macchinine telecomandate. L’opera di The Binary Mills è un concentrato di adrenalina, velocità e divertimento, e si potrà giocare sia all’interno dell’abitacolo che dall’alto, comandando il nostro mezzo attraverso una vasta scelta di telecomandi. Se su PSVR quest’ultima modalità mi aveva fatto storcere il naso a causa dei playstation move, su Quest ogni cosa funziona invece a meraviglia, e rende Mini Motor Racing X un prodotto assolutamente da avere in libreria.
Tetsuya Mizuguchi è un genio, ed in quanto tale sono contentissimo che abbia deciso di passare al lato oscuro della forza. Da qualche anno infatti, il genietto giapponese sta portando in realtà virtuale tutti i suoi grandi capolavori del passato, con porting meravigliosi che sembrano quasi nativi per i caschetti VR. Rez è uno di questi capolavori, ed oggi attraverso Rez Infinite avete la possibilità di rigiocare ad un’opera psichedelica imperdibile; fatta di luci, colori e musica, ed in cui il concetto di sfida ha decisamente un ruolo marginale. Indicato a chi dalla VR cerca soprattutto un certo tipo di ricerca stilistica e di forma, ed è aperto ad una sensibilità più spiccatamente orientale, che poco ha a da spartire con gli FPS caciaroni di stampo americano. Della stessa caratura potevo citare anche quel capolavoro di Tetris Effect (qui la recensione), ma giocandosi molto più agilmente attraverso un pad tradizionale, l’immediatezza di Oculus Quest viene un po’ tradita, ed ho preferito puntare su un titolo che si gioca perfettamente anche attraverso i touch controllers.
Che dire dell’horror più stylish presente ad oggi nel mercato VR? Drifter ci aveva già stupito con l’ottimo Gunheart su PC, ma questa volta si supera, dando vita ad un survival horror di stampo action visivamente incredibile e dal gameplay di altissimo livello. L’avventura della studentessa Mae e di suo padre è avvincente, spaventosa, piena di grandi colpi di genio, e saprà tenervi incollati fino alla fine attraverso le zone più buie e temibili dell’Alaska. Se avete amato Resident Evil e Silent Hill, non potrete che amare follemente anche questo grande horror, che si gioca particolarmente bene su Oculus Quest.
Di Star Wars in realtà virtuale ne abbiamo una marea, ma questo è ad oggi quello che più di tutti può definirsi “avventura tradizionale”. Tales from the Galaxy’s Edge è uno sparatutto ambientato nell’iconico mondo di George Lucas, pieno di pericoli, alieni spaventosi ed amici iconici; ed ha il grande merito di esser sia estremamente divertente, sia visivamente impressionante. Su Oculus Quest 2, infatti, ad oggi non è possibile trovare di meglio dell’opera ILMXLAB su fronte tecnico, che spreme i muscoli di un visore che ha ancora molte, moltissime soddisfazioni da darci. La struttura da game as service poi, rende il titolo potenzialmente infinito rispetto ai contenuti che dovrebbero arrivare l’anno nuovo, dandoci la possibilità di esplorare l’universo di Star Wars in tutte le sue sfumature. Fan di Star Wars o meno, l’ultimo arrivato in casa Oculus Quest è un prodotto da avere a tutti i costi.
In molti in questi anni hanno provato a proporre il battle royale in VR, fallendo quasi tutti. Population One, invece, brilla decisamente di luce propria, risultando ad oggi il re indiscusso di un genere, che in flat stava iniziando a stancare. Dopo esservi lanciati con il vostro paracadute, dovrete recuperare risorse e scontrarvi contro decine di altri giocatori online in battaglie all’ultimo sangue; arrampicandovi ovunque, cercando riparo, o lanciandovi nella mischia all’impazzata. Il gunplay perfetto ed un game design raffinatissimo, fanno di Population One non solo il miglior battle royale sulla piazza, ma anche uno dei migliori prodotti multiplayer del mercato VR in termini assoluti. Se vi mancava un PUBG od un Fortnite in VR, siete stati decisamente accontentati.
Costruire un puzzle game intorno al linguaggio VR è sempre complesso, soprattutto per quanto concerne la comprensione del testo e la potenziale dispersività delle azioni. In quel di Fireproof Studio, però, la sanno davvero troppo lunga, e ci regalano con The Room VR: A Dark Matter un puzzle game perfetto da tutti i punti di vista. Postazioni fisse ragionate millimetricamente, enigmi sempre estremamente bilanciati, un’atmosfera magistrale: tutto nell’opera Fireproof funziona a meraviglia, e non potrà che fare la goia di chi ama i puzzle game e le atmosfere un po’ dark. Da non sottovalutare l’acquisto anche se non siete fan del genere, perché the Room VR ha al suo interno un sistema di suggerimenti che vorrei vedere un po’ ovunque, e che non rischierà di far diventare frustrante lo svolgimento dell’azione. Un must assoluto!
Se amate gli horror conoscerete sicuramente Five Night at Freddy’s, e se lo conoscete saprete quanto – potenzialmente – poteva rendere in VR. Bene, siamo stati tutti accontentati, perché il gioco evento di Scott Cawthon da veramente il meglio di sé in questa riproposizione dei primi quattro capitoli della saga, più bonus pensati esplicitamente per realtà virtuale. Five Night’s at Freddy’s VR: Help Wanted è un capolavoro assoluto del genere; letteralmente perfetto in ogni sua meccanica, spaventoso in tutti i suoi pixel, e condito inoltre da uno stile clamoroso, che ha ridato dignità all’animatronic in veste di antagonista. Davvero, se volete cagarvi sotto, se volete divertirvi, se volete – in generale – un gran gioco, l’iterazione VR della saga di Freddy non può assolutamente mancare nella vostra libreria Oculus Quest.
Quando un rogue-like è fatto bene, sa essere una vera e propria droga. È questo il caso di In Death, capolavoro per realtà virtuale, che strizza l’occhio a Dark Souls nell’estetica, ma inventa un gameplay totalmente personale. Muovendovi attraverso le frecce scoccate con il vostro arco, in In Death dovrete affrontare livelli procedurali di difficoltà crescente, scontrandovi contro frati assassini, demoni alati e boss mastodontici; il tutto muniti soltanto delle vostre personalissime frecce. La bellezza, la pulizia formale e la struttura ludica di In Death ne fanno un gioco che o si ama, o si odia. Personalmente, credo che sia uno dei tre giochi a cui ho giocato di più in assoluto, e non manco mai di farmici un giretto non appena ho qualche minuto libero. Comprensibilmente, chi cerca una progressione più lineare potrebbe restarne deluso, ma lì fuori non troverete nulla di meglio per quanto riguarda il tiro con l’arco.
Arriviamo ora al titolo che più di tutti nel 2020 ha dimostrato di che pasta è fatto il Quest. Dopo qualche mese dalla sua versione PC, The Walking Death: Saint & Sinners arriva finalmente anche sul portatile di Oculus, risultando un trionfo da tutti i punti di vista. Saint & Sinners è un’avventura profonda, piena di quest e collezionabili, visivamente impressionante, condita da una grande atmosfera e che sfoggia un combat system da manuale. Nulla da togliere a tutti gli altri titoli in questa lista, ma un gioco che supera serenamente le dieci ore, con un impatto grafico da PCVR, una profondità da titolo tradizionale e delle meccaniche che funzionano soltanto attraverso il nostro medium, non può che ricevere il podio dei migliori titoli Oculus Quest del 2020. Davvero, in qualunque caso, se avete un Quest od ancora meglio un Quest 2, non fatevi assolutamente scappare The Walking Death: Saints & Sinners.
Scegliere dieci titoli in un’annata che ci ha regalato molto più dei prodotti sopracitati è stata davvero dura, e chiaramente ho dovuto escludere altri prodotti imperdibili, che però potrebbero stuzzicarvi quanto – e più – di questi. Io vi invito a recuperare tutte le videorecensioni presenti sul canale youtube, in cui potrete scoprire perle nascoste e blockbuster imperdibili che vi erano sfuggiti, e commentare qui sotto quali sono stati per voi i grandi imperdibili del Quest nel 2020. Sperando che l’anno prossimo continui ad esser ricco e soddisfacente come lo è stato questo 2020 per lo standalone di Facebook, vi chiedo di iscrivervi al canale e vi auguro buon natale e buon anno. Ci vediamo al prossimo video!
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