Until Dawn: Rush of Blood: recensione e video recensione

Agli inglesi di Supermassive Games piace sperimentare. Nei primi anni di vita dello studio, i nostri hanno infatti lavorato ad alcuni titoli PS3 scontrandosi con la realtà aumentata secondo Sony, alcuni DLC di Little Big Planet e la remastered HD del primo Killzone. La notorietà è tuttavia arrivata con il loro esordio su Playstation 4, con quel meraviglioso Until Dawn che è riuscito a stregare critica e pubblico proponendo una personale visione dello slasher e delle avventure a scelta multipla. Ed è proprio con Until Dawn che Supermassive approda anche in realtà virtuale, con uno shooter su binari spaventoso e divertente, che apre le danze allo sparatutto in VR anche per il caschetto di Sony.

Until Dawn: Rush of Blood è un prequel del capitolo originale; in cui attraverso sette corse differenti traghetteremo in un macabro parco “divertimenti” che rappresenta il viaggio mentale del protagonista. Chiaramente, chi ha avuto il piacere di giocare il primo horror di Supermassive riconoscerà luoghi, personaggi e strizzate d’occhio, ma vista la natura fondamentalmente arcade del titolo questo non sarà un prerequisito fondamentale.

Già dall’introduzione del gioco capiamo che con Rush of Blood non si scherza. Quelli che possiamo definire come i titoli di testa del gioco riescono ad essere più spaventosi di gran parte del parco titoli d’orrore in VR, grazie ad una gestione delle coreografie perfetta che colpisce immediatamente e instaura il tono del racconto. Si continua con quello che pare essere il gestore del parco, che ci introduce una base narrativa e le meccaniche di gameplay attraverso una prima sezione splendida da vedere e funzionale all’apprendimento delle regole. Come già accennato, vestiremo i panni di un uomo su un piccolo treno che percorrerà alcune deliranti montagne russe tematiche armato di due armi da fuoco, abbattendo tutto ciò che gli si porrà di fronte.

A metà del primo livello inizieremo a fare conoscenza delle presenze che popolano il mondo di Rush of Blood. Il treno viene infatti deviato su un percorso alternativo, in cui verremo assaliti da alcuni pagliacci assassini che non vedranno l’ora di farci la pelle. La meccanica di shooting si dimostra fin da subito soddisfacente, con un approccio che non cerca il realismo ma il puro divertimento e che nonostante i jumpscare riesce a mantenere alta la voglia d’azione.

L’elemento del jumpscare, che in VR assume una discreta importanza per un certo tipo di pubblico, è piuttosto centrale nell’economia del ritmo di gioco. Tuttavia, nonostante si presenti spesso e con una certa gratuità, riesce ad essere miracolosamente divertente grazie al tono generale della produzione, oltre che quasi sempre prevedibile se si ha l’occhio attento.

Nonostante il pericolo ci circondi, i nemici non saranno l’unico elemento da tenere d’occhio mentre sfrecciamo a tutta velocità. I tracciati di Rush of Blood sono infatti pregni di elementi: da numerosi oggetti generici volti a guadagnare più punti ed attivare i moltiplicatori, a pupazzetti collezionabili, armi e munizioni, segreti da scoprire e deviazioni del percorso. Queste ultime si rivelano centrali per quanto riguarda la longevità della produzione, poiché se si vuole affrontare la storia tutta d’un fiato l’esperienza non durerà più di un’oretta e mezza. Tuttavia avere la possibilità di cambiare percorso ed esplorare stanze sempre diverse, insieme a tutti gli elementi sopracitati, gli achievement e ben quattro livelli di difficoltà rendono Rush of Blood un prodotto tutto sommato ricco per il prezzo a cui viene venduto.

Sul fronte tecnico la situazione è buona ma sporadicamente altalenante. Da una parte abbiamo alcuni modelli poligonali di ottimo livello, un bel lavoro sulle luci sorretto da una splendida art direction e una fluidità perfetta; dall’altro abbiamo una gestione dei move non particolarmente precisa, specialmente sull’asse Z e alcune sezioni un po’ spoglie che dimostrano ancora una volta i limiti dell’hardware. Nonostante tutto, l’esperienza risulta comunque godibilissima, anche grazie ad un comparto sonoro di alto livello composto da musiche e suoni eccezionali ed un bel doppiaggio, anche in italiano.

Until Dawn: Rush of Blood è uno shooter su binari di pregevole fattura, che funziona alla grande per quello che è, riuscendo a divertire e spaventare contemporaneamente come in pochi sono riusciti a fare in VR. La direzione artistica lodevole, i numerosi segreti e un sistema di shooting non perfetto ma riuscito rendono il primo titolo VR di Supermassive Games un must per tutti i possessori di PSVR, a patto di averne il coraggio.

Until Dawn: Rush of Blood è disponibile dal 13 Ottobre 2016 sul Playstation Store, compatibile con PSVR e Playstation Move.






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Alessandro Redaelli

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