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Vajont è un’esperienza in realtà virtuale che dovreste assolutamente provare. Nata dalla penna e dalla visione di Iolanda Di Bonaventura grazie all’edizione 2020 di Biennale College, Vajont è un’esperienza interattiva che racconta dell’omonima diga, colpevole della morte di centinaia di persone all’inizio degli anni sessanta, tra il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia.
Un disastro che rimane ancora oggi impresso in modo indelebile nella storia del nostro paese, e che è stato raccontato innumerevoli volte attraverso il cinema e la letteratura. La Di Bonaventura, tuttavia, sceglie di raccontare questa pagina di storia italiana non solo attraverso l’inedito linguaggio della realtà virtuale, ma soprattutto attraverso gli occhi di due personaggi fittizi, immortalati in un contesto dolorosamente reale. Non c’è spazio per la spettacolarizzazione cafona del film di Martinelli, ma soltanto un grande rispetto per chi è morto nel tentativo di rimanere ancorato alle proprie origini, e chi ha deciso di abbandonare la propria casa, lasciando tutto ciò che aveva, e prevedendo quel che poi sarebbe successo.
Il soggetto è semplice: il giocatore o la giocatrice interpretano una donna che inizia a sentire il peso di vivere sopra alla diga del Vajont, e a cui viene proposto di lasciare la città entro quella stessa sera da parte di un’amica. Il nostro compito è quindi quello di convincere nostro marito, attraverso una serie di scelte multiple, ad abbandonare la nostra casa; oppure rimanere al suo fianco, ben consci di quello che succederà di lì a poche ore. Un racconto straziante, eppure presentato con minimalismo e grande sensibilità nella messa in scena; capace di coinvolgere l’utente con pochi elementi posizionati con cura.
Una location; tre personaggi a comporre il pastiche narrativo; un’interattività guidata che ha la sola funzione di farci prendere delle scelte. Parliamo quasi di teatro virtuale, più che di cinema VR o di videogioco: un linguaggio che potrebbe prendere sempre più piede all’interno dell’ecosistema narrativo per come lo conosciamo oggi.
Il lavoro sulle scelte multiple, sebbene si muova attraverso il ritmo compassato del racconto, riesce nell’intento di farci vivere il peso dei protagonisti e delle protagoniste della vicenda, imponendo lo story-living sopra allo story-telling, e riuscendo nel difficile compito di rendere realmente interattivo un concept che rischiava di restituire il feeling più passivo del racconto tradizionale.
Inaspettatamente, Vajont fa molto bene anche sul fronte tecnico, e non soltanto sul fronte concettuale e artistico. Ho provato Vajont su Meta Quest 2 – piattaforma su cui è possibile trovarlo attraverso App Lab a circa sei euro – e devo dire che sono rimasto stupito da una cura tecnica che non si vede sinceramente tutti i giorni. Gli ambienti, che sembrano quasi ricostruiti in fotogrammetria per quanto risultano realistici, restituiscono un impatto impressionante, così come il lavoro sul lighting e sulle texture. Anche i modelli poligonali dei personaggi restituiscono un impatto semi-realistico davvero difficile da vedere su Quest 2, che ci mette a confronto con modelli 3D umani, che riusciamo però a riconoscere come persone, più che come personaggi.
Ed è forse questo l’elemento più importante di Vajont: il metterci di fronte alla storia delle persone che hanno vissuto questo dramma, restituendoci un racconto vivo, sincero e immersivo, che viene solitamente raccontato da un punto di vista più macro, e che si dimentica spesso di includere la mondanità – e quindi la verità più esplicita – del contesto.
La possibilità di fruire di tutta l’opera attraverso un buon doppiaggio in italiano, rende poi Vajont ancora più imperdibile per chi conosce la sua storia, per chi è vicino al medesimo contesto, per chi vuole vivere un’esperienza totalizzante quanto intensa.
Vajont è una piccola perla della realtà virtuale italiana, un racconto che è in grado di esporre la fragilità dell’essere umano nel contesto di situazioni in cui una vera e propria scelta sembra impossibile: un modo di vivere le pagine più drammatiche della nostra storia attraverso un’altra luce. L’opera della Di Bonaventura si dimostra una sia un atto di ricordo fondamentale, che una grande forma di rispetto per chi ha dovuto vivere le situazioni messe in scena. Davvero un progetto che si ha quasi il dovere morale di supportare.
Vajont è disponibile dal 1 marzo 2022 al prezzo di 5,99€ su Meta Quest o al prezzo di 4,99€ su Steam.
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