Ogni anno a Venice Immersive, oltre ai film in concorso e ai Best of Immersion, c’è anche la sezione dedicata a VrChat: una selezione di mondi particolari da esplorare dentro booth da uno, due, tre o quattro utenti in contemporanea. Inaspettato, quindi, vedere uno di questi mondi direttamente nella categoria principale, in competizione con prodotti dall’approccio più narrativo o concettuale.
Horse Canyon, del creatore di mondi nProwler, è sostanzialmente un’enorme mappa a tema far west, in cui veniamo immersi dentro a un canyon gigantesco, da esplorare liberamente insieme ai nostri amici. Durante Venice Immersive, tuttavia, veniamo accompagnati dentro a questi deserti sconfinati da due guide turistiche, che ci insegnano prima ad andare a cavallo, e ci mostrano poi i punti d’interesse del luogo.
L’elemento centrale è quindi il cavallo, che si “guida” premendo il grilletto per andare avanti e muovendo le redini a destra e a sinistra per ruotare la visuale. Un mezzo di spostamento che funzione piuttosto bene, soprattutto in rapporto alla superficie del mondo, ma che ha anche il grande difetto di non offrire una rotazione sull’asse a snap turn, rischiando di far star male chi non è particolarmente a suo agio con la realtà virtuale.
Non a caso, durante il mio tour l’altra persona che stava facendo la stessa esperienza ha dovuto mollare circa a metà del giro, lasciandomi da solo con le due guide (carinissime e sempre disponibili).
È interessante guardare ai mondi di VrChat come a opere univoche dal valore paragonabile a un film, un videogioco, un’installazione concettuale. Forse è giusto, e d’altronde Horse Canyon riesce a raccontare qualcosa anche semplicemente attraverso i suoi spazi, ma forse sarebbe bene avvicinare prima il pubblico a prodotti più accessibili.
In ogni caso, se siete utenti del più popolare “metatarso” VR di sempre, un giro su Horse Canyon ve lo dovreste sinceramente fare.
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