Ci ritroviamo in un mondo apparentemente disabitato. Intorno a noi la natura cresce rigogliosa; un cervo si alza curioso vicino a noi; un testo giallo e imponente ci racconta la storia della protagonista. Si apre così All Unsaved Progress Will Be Lost, cortometraggio in realtà virtuale completamente realizzato dalla giovane regista francese Mélanie Courtinat, che racconta la storia di una donna che decide consapevolmente di non abbandonare il luogo in cui vive, nonostante si erga su di lei una grande e non ben specificata minaccia.
All unsaved progress will be lost è un film composto da pochi elementi: un lento carrello che si avvicina al momento della verità, un mono-ambiente semplice ma suggestivo, una manciata di animali a fare da cornice. E soprattutto il testo: la testimonianza – vera – di una donna decisa e integralista, intenzionata a non allontanarsi dal luogo che abita, costi quel che costi.
Un racconto semplice, capace di dire tanto con poco; una sorta di video testimonianza lirica ed efficace, difficile da dimenticare. Il lavoro sul pacing del testo, accompagnato da un suono a 8bit – quasi fosse uscito da Undertale – è eccezionale, sostituendo con grazia una voce fuori campo che sarebbe risultata paradossalmente artificiosa e volgare, andando invece a concentrare lo sguardo sul testo: l’unica forma di comunicazione possibile, in un mondo senza vita.
Il colpo di scena finale si riconosce forse un po’ troppo in anticipo, ma il framing è così elegante, e il racconto gestito così bene, che gli si perdona qualche ingenuità di troppo nella gestione dei turning point. Un’esperienza efficace, come dovrebbero essercene di più nel contesto del neonato cinema virtuale.
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