Vox Machinae | la recensione | Meta Quest 2, PCVR

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Giocato su Meta Quest 2

Nel 2018 uscì su PCVR Vox Machinae, uno splendido multiplayer competitivo basato sulla guida di grossi mech corazzati, dentro cui scontrarsi in furiose partite online fino a sedici giocatori. Il titolo era molto buono, l’annata – purtroppo – no. Il risultato fu che nel giro di poche settimane i server del prodotto di Space Bullet si ritrovarono deserti, e i pochi giocatori rimasti erano – e sono – costretti a organizzarsi sul discord ufficiale per riuscire a giocare in compagnia. Fortunatamente in quel di Space Bullet non sono rimasti con le mani in mano, e ci ripropongono la loro sfortunata creazione sotto una luce totalmente nuova, aggiungendo una campagna single-player, alcune modalità multigiocatore e un’inedita release su Meta Quest 2. Vediamo se, a quattro anni di distanza, Vox Machinae risulta finalmente il videogioco con robottoni che abbiamo sempre sognato.

Il soggetto del single-player è semplice quanto promettente: nei panni di un minatore che si ritroverà a dover eliminare un collega impazzito, verremo spostati all’interno della squadra di sicurezza che controlla il funzionamento delle miniere Horizon. A causa di questa nuova promozione, saremo quindi costretti a difenderci da una serie di forze nemiche che vorranno distruggere l’azienda e i nostri compagni. Questi ultimi, composti dal solito mazzo di caratteri che si tira fuori dal cappello all’interno del genere, andranno ad approfondire la nostra conoscenza del mondo di gioco e delle sue dinamiche, oltre che ad accompagnarci all’interno delle loro micro-storie.

Di fatto, la narrativa di Vox Machinae si sviluppa sia sul campo di battaglia, con i soliti dialoghi via codec alla Ace Combat, che all’interno della nostra base personale. Qui potremo muoverci liberamente per tutte le stanze che compongono la struttura, che si fa vero e proprio hub centrale in cui chiacchierare con i nostri compagni ed eseguire piccole missioni che andranno ad accontentarli. Queste fasi più spiccatamente narrative vanno a spezzare le missioni sui mech in maniera concettualmente interessante, ma il risultato non è – ahimè – all’altezza delle aspettative. Ogni volta che metteremo piede su questa nave da trasporto, infatti, verremo spesso sopraffatti dalla noia, a causa di dialoghi poco interessanti, e di una messa in scena estremamente grezza e tecnicamente problematica.

Fortunatamente, il core gameplay è tutt’altra cosa, ed è infatti quando usciamo in missione dentro al nostro grosso robot che le cose cambiano radicalmente. Il ritmo di gioco è anche qui compassato, soprattutto a causa di una lentezza sempre ricercata nei movimenti dell’alter-ego, ma sia gli scontri che il solo movimento della macchina risultano, spesso e volentieri, davvero esaltanti.

Attraverso le nostre mani virtuali, dovremo infatti fisicamente tirare le leve che fanno muovere e ruotare il nostro grosso robot meccanico, facendoci riscoprire la gioia di un sistema di movimento volutamente macchinoso, ma estremamente soddisfacente. Riuscire ad atterrare su una montagna in lontananza attraverso i nostri propulsori risulta un’azione banale quanto interessante da portare a termine, poiché mette in gioco tutti gli elementi di gameplay legati alla mobilità dei mech, che ci fanno realmente sentire il peso di una macchina che stiamo comandando soltanto virtualmente. Quando si passa all’azione, poi, le cose si fanno ancora più interessanti.

Nonostante il movimento vada gestito con le nostre mani, le sparatorie verranno invece gestite un po’ dai grilletti dei Touch e un po’ dal nostro sguardo, che si farà mirino virtuale durante gli scontri a fuoco. Se può sembrare semplicistico, in realtà, non lo è, poiché dovremo calibrare il nostro movimento e quello dell’avversario per riuscire a far centro senza che uno dei due si sia spostato troppo rispetto al momento del lancio. Viene poi in aiuto anche uno speciale tablet che andrà a zoomare sul nemico, permettendoci di controllare la visuale con l’analogico del touch, e rendendoci un po’ più facili le brevi sezioni a lunga distanza.

La varietà non fa comunque da padrona nell’esperienza single-player di Vox Machinae, che ci propone sostanzialmente una lunga serie di missioni in cui attaccare gli avversari o difendere la posizione, un po’ come le ultime campagne single-player di Battlefield. È vero che lo sforzo nel proporre una narrativa dai contenuti importanti è palese, è vero che le fasi a bordo della base vanno a variare la struttura ludica, ed è vero che in un videogioco basato sugli scontri tra mech non si poteva fare granché sul fronte della varietà di gameplay, ma è anche vero che se puntate Vox Machinae soltanto per la sua campagna potreste non rimanere completamente soddisfatti.

D’altro canto, il multiplayer di Vox machine è, oggi come ieri, davvero eccellente. All’interno di una buona varietà di ambientazioni, potrete scontrarvi in partite fino a sedici giocatori in diverse game mode, che vanno dalle più classiche basate sull’offensiva diretta, fino a modalità difensive inedite in cui difendere posizioni o target specifici. Gli scontri online contro gli altri giocatori sono faticosi ma soddisfacenti, lenti ma adrenalinici, e riescono a restituire una certa varietà anche grazie alle customizzazioni del nostro armamentario. Laser, missili, cannoni e così via: le armi proposte da Vox Machinae ne hanno davvero per tutti i gusti, pur rimanendo in un ambito prettamente tradizionalista.

Pazienza, va bene così, soprattutto in un prodotto che riesce a far bene un po’ da tutti i punti di vista sul fronte del multigiocatore, che potrebbe finalmente trovare la lunga vita che si merita con questa agognata versione uno punto zero.

Sul fronte grafico, la versione Meta Quest 2 presenta una pulizia invidiabile degli scenari e una buona modellazione poligonale, nonostante la qualità delle texture e degli effetti risulti – a esser buoni – profondamente altalenante. Se gli elementi all’interno del nostro mech si presentano puliti e credibili, le texture delle rocce, degli elementi secondari e le esplosioni sono invece di bassissima qualità, e fanno pensare che forse, con un filo di ottimizzazione in più, si sarebbe potuto fare meglio. Durante l’azione il colpo d’occhio è buono, ma quando ci si ferma un attimo e ci si guarda attorno con attenzione risulta tutto un po’ grezzo, un po’ spoglio, un po’ approssimativo; a partire dai volti sovietici un po’ a la Metro, fino ad arrivare a modelli poligonali che non si amalgamano bene nel terreno.

Parlando di motion sickness, chiaramente Vox Machinae è un prodotto adatto prevalentemente a chi mastica già da un po’ la realtà virtuale, a causa di un movimento continuo forzato e una rotazione fluida necessaria allo spostamento del nostro mech. Certo, nelle fasi a piedi potremo muoverci serenamente attraverso un comodo teleport, ma il core gameplay non è roba da stomaco leggero, e potrebbe dare qualche problema a chi, ancora, non ha superato questa fastidiosa problematica.

Assente, infine, la traduzione in italiano dei testi, che potremo cercare di capire soltanto grazie a dei buoni sottotitoli in inglese, ma che potrebbe far perdere qualcosa durante le circa otto ore di campagna a chi non mastica le lingue anglofone. Niente di nuovo sul fronte occidentale, insomma.

Vox Machinae arriva sul mercato con una release finale che funziona meravigliosamente bene sul fronte del multiplayer, quanto in maniera un po’ altalenante nella sua componente single-player. Sia chiaro: se cercate una campagna dritta in cui sparare a tutto ciò che si muove, e che offre anche un discreto livello di difficoltà, potreste ritrovare nel prodotto di Space Bullet un’offerta più che buona; se, al contrario, vi aspettavate qualcosa di più vario o interessante, potreste invece voler optare esclusivamente sulla sua componente multiplayer. In ogni caso: benvenuto Vox Machinae tra i probabili titoli online più giocati su Meta Quest.

Vox Machinae è disponibile dal 3 marzo 2022 su Meta Quest 2 e Steam al prezzo di 29,99€.

 




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