Vox Machinae: la recensione early access (PCVR)

Introduzione

Il gioco di cui parleremo oggi ha una storia relativamente lunga in realazione al breve vissuto della realtà virtuale: Vox Machinae era infatti saldamente in cima alla classifica delle applicazioni più scaricate su Oculus Share, piattaforma di condivisione gratuita nell’epoca dei kit di sviluppo prima dell’acquisizione da parte di Facebook. Sicuramente altri tempi, ma la cabina di controllo virtuale, l’imponente senso di scala e l’azzeccato utilizzo del pad unitamente al puntamento via casco rappresentavano il fiore all’occhiello di quella generazione priva di controller di movimento ed ampio tracciamento. Si temeva che il progetto fosse stato abbandonato a causa dei due anni di silenzio, ma ad inizio 2018 gli sviluppatori sono tornati a farsi sentire annunciando la pubblicazione entro l’anno.

Il gioco

Il titolo si presenta quale multigiocatore competitivo per sedici unità, utilizzabile sia su server remoti con cross playing tra tutte le piattaforme VR per computer e la fruizione via monitor, sia con server locali per il gioco in LAN. Cosa non scontata considerando il debole standard a cui siamo abituati, Vox Machinae riempirà automaticamente i posti vacanti con bot; sarà quindi possibile entrare in partita in qualsiasi momento senza dover attendere l’arrivo di altri utenti. Ci sono cinque classi di mech, con diverse caratteristiche ed una dotazione di armamenti configurabile. Al momento manca sia un sistema di ranking che qualsivoglia crescita del personaggio, aspetti che ci auguriamo di vedere introdotti durante l’accesso anticipato assieme ad una più ampia gamma di personalizzazioni. Sul lato pubblico sono già presenti server europei e statunitensi che durante il nostro test hanno mostrato una buona reattività, anche se avendoci giocato prima del lancio non abbiamo potuto sperimentarne la stabilità a pieno carico.

Tecnicamente Vox Machinae è cresciuto parecchio dai tempi della sua demo, raggiungendo un dettaglio rispettabile che si fa apprezzare negli ottimi scenari, nell’illuminazione e nel senso delle proporzioni complessivo. Mech ed abitacoli sono invece solo discreti, migliori della produzione VR media ma meno coreografici di quanto visto ad esempio in Archangel. Non dimentichiamo tuttavia che si parla di un titolo che vedrà almeno sei ulteriori mesi di sviluppo prima del lancio ufficiale, quindi è possibile che la cosmesi subisca ulteriori affinamenti. Sul lato ludico, i mech sono sufficientemente differenziati tra loro ma considerando la stazza anche i più agili risultano relativamente impacciati, quindi lo scontro difficilmente punterà sulla frenesia e tenderà anzi a creare delle guerre di posizione molti a molti nei punti nevralgici della mappa. I bot sono risultati prevedibili nei movimenti e poco vari: avendo noi provato il titolo prima del lancio, i giocatori umani erano sporadici e facevano comunque poca differenza visto l’alto numero di unità in campo, quindi non possiamo stilare un giudizio definitivo se non rimarcare che il successo sarà legato a doppio filo con la base di utenti che riuscirà ad attrarre.

Comfort e implementazione

Vox Machinae unisce al buon sistema di controllo via pad utilizzato nella demo un efficace plancia virtuale, con joystick e comandi azionabili con le mani similmente a quanto visto in VTOL o in L.A. Noire. Su Vive risulta leggermente meno comodo in quanto il titolo richiede la pressione continua del tasto grip per mantenere la presa, ma il risultato è di grande effetto contribuendo in modo sostanziale all’immedesimazione del pilota. Meno buona invece la navigazione nei vari menu visto che è fin troppo facile azionare tasti non voluti sfiorandoli. Qualche problema anche nel movimento, gli scenari sono densi di formazioni rocciose e capiterà di rimanere impigliati, anche se potrete sempre divincolarvi grazie ai razzi di manovra.

Conclusioni

Il genere dei simulatori di mech per realtà virtuale ha un enorme potenziale ma a tutt’oggi manca un vero dominatore, in quanto titoli differenti emergono nell’uno o nell’altro aspetto, mancando però di una visione di insieme. Vox Machinae fa un buon lavoro ma spreca un prezioso avviamento, arrivando a ben quattro anni dalla demo in un mercato oramai cresciuto. C’è sicuramente posto per una produzione simile ma, come molti altri titoli multiplayer, dovrà sgomitare non poco per garantirsi una solida base di giocatori che ne consenta la sopravvivenza.






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Raffaele Cadeddu

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