VR GirlFriend: la recensione

Introduzione

Anche se il titolo è nuovo di pacca su Steam, questa è una vecchia conoscenza. VR GirlFriend infatti altri non è che Nancy’s Summer, dignitoso spin-off del famoso Summer Lesson sviluppato dal Tekken Team per PSVR che ha visto i natali su Google Cardboard prima e per SteamVR dopo. Al cambio di denominazione è corrisposta una serie significativa di aggiunte, tra le quali il supporto ai controller di movimento di cui il titolo risultava sprovvisto per le sue radici mobile. Vediamo com’è andata.

Il gioco

Nancy’s Summer era un titolo appropriato, ma evidentemente gli sviluppatori devono aver pensato che non fosse sufficientemente chiaro all’avventore che ci fossero giovani fanciulle coinvolte. Ecco quindi il volo pindarico con un “VR GirlFriend” che in realtà c’entra come i cavoli a merenda, perché sebbene lo scopo sottinteso sia di rifarsi gli occhi voi non dovrete sedurre ne’ conquistare la succitata Nancy, ma realizzare servizi fotografici. Con una struttura che ricorda non poco la serie Dead or Alive Xtreme di Koei Tecmo, ed una evidentissima somiglianza di Nancy con la prosperosa Kasumi, il vostro tempo verrà investito nell’acquisizione di fondi, nello shopping di vestiario, in occasionali attività ricreative quali il Blackjack o il bagno di sole con relativa stesura della crema abbronzante.

Se la qualità media di queste produzioni su Steam è oscena, e non in senso erotico, VR GirlFriend propone invece una grafica più che dignitosa che cerca di centellinare i poligoni – si tratta pur sempre di un porting mobile – ma che sfrutta a fondo ogni risorsa. Le foto che vedete qui allegate sono state scattate con la macchina fotografica integrata, e se forse qualche filtro viene aggiunto in post produzione alla Gran Turismo ciò che vedete è la grafica effettiva in movimento. Una cosa che mi ha sinceramente sorpreso, visto che tutto in VR GirlFriend ha un prezzo di acquisto, è lo scoprire che non vi è alcun DLC a pagamento o transazione monetaria reale per accelerare le cose. Se vi interessa completare il guardaroba di Nancy, dovrete effettivamente spendere ore nella raccolta di fondi partecipando a tutti i minigiochi proposti.

Comfort e implementazione

Il lettore avrà notato il mio moderato ottimismo, ma VR GirlFriend si spara sui piedi quando si parla di implementazione e bug. Far partire il gioco è una impresa visto che si passa dal non avviarsi affatto, al vederlo in Theatre Mode (si può utilizzare infatti anche senza realtà virtuale) al crash, solo occasionalmente riuscirete ad averlo sul visore nel modo congruo. Ma non solo, un siffatto gameplay “grida” il supporto del roomscale così da poter contemplare la statuaria Nancy da ogni angolazione e scattare fotografie adeguate. Il roomscale di fatto c’è – non per merito di Silver Moon ma perché supportato dal motore grafico – ma l’interfaccia impazzisce letteralmente ponendovi menù in luoghi irraggiungibili e financo smarrendo l’allineamento col suolo, cosa aggravata dalla mancanza di un reset della telecamera. Il supporto dei controller di movimento è terribile, verrà usato il solo grilletto con un puntatore a video che risente di tutta la bizzarria dei menù, richiedendo talvolta il riavvio per impossibilità di cliccare alcunché. Tali brutture sorprendono poiché nessuno di questo problemi è insolubile o complesso, tanto da far venire il dubbio se gli sviluppatori abbiano effettivamente provato la build con un Vive o un Rift. Il Nancy’s Summer di sei mesi fa funzionava regolarmente stando seduti con il pad, quindi è probabile che questi pasticci vedano presto una patch risolutiva, senza la quale il titolo è pressoché ingiocabile.

Conclusioni

Da persona con interesse per la fotografia, l’idea alla base di VR GirlFriend non è malvagia ed anzi si adatta bene al contesto sexy dell’intera produzione, espediente efficacemente utilizzato ad esempio in Gal*Gun VR ma non solo. Nemmeno il comparto tecnico è malvagio con contenuti proporzionati al prezzo di vendita ed una longevità potenziale superiore a prodotti similari. Peccato che il supporto VR sia al momento terribile, e renda la fruizione pressoché impossibile. Che tra le varie versioni di Nancy’s Summer 2.0 quella PC VR sia quella che interessi meno agli sviluppatori mi sembra evidente, ma se si raggiungesse almeno la soglia della decenza non sarebbe cosa sgradita.






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Raffaele Cadeddu

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