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Yupitergrad 2 | la recensione | Pico 4

Giocato su Pico 4

Il primo Yupitegrad, uscito un paio d’anni fa su PC, Quest e PlayStation VR mi aveva stregato. Era un’avventura velocissima con una forte componente puzzle, in cui la meccanica principale consisteva nel muoversi attraverso due ventose attaccate alle nostre mani, che ci permettevano di spostarci in agilità dentro a una gigantesca base spaziale. Arriva oggi, in esclusiva temporanea su Pico 4, il seguito dell’ottimo titolo firmato Gamedust, che va ad estendere e arricchire un game design già, di per sé, eccellente.

In Yupitergrad 2 il nostro protagonista si ritroverà orfano della sua nave, proprio mentre – dopo gli avvenimenti del primo capitolo – stava tornando a casa. Avrà quindi inizio una nuova avventura che ha un unico obiettivo: trovare tutti i pezzi di ricambio del nuovo mezzo, e concludere quindi questa grande odissea sci-fi dal retrogusto sovietico. Yupitegrad 2 funziona anche senza aver giocato il capitolo precedente; un po’ perché la narrativa non è certo l’elemento più importante del prodotto, e un po’ perché l’avventura del nostro alter ego è sostanzialmente un piccolo racconto autoconclusivo, che ci presenta oltretutto comprimari inediti.

Il gameplay è ancora quello: ci si muove in gran velocità tra i pericolosissimi corridoi di una base spaziale, cercando di evitare laser, tritarifiuti e altre trappole sparse per la mappa, mentre si cerca di risolvere questo o quell’altro micro-puzzle ambientale. Quello che cambia – in Yupitergrad 2 – è però da una parte la struttura del level design, in questo caso molto più interconnesso, pieno di shortcut e indirizzato al backtracking, e dall’altra un’inedita svolta action. Da un certo punto dell’avventura in poi avrete infatti a disposizione due armi a lunga gittata agganciate proprio alle vostre ventose, che aprono il design a scontri all’ultimo sangue contro droni agguerriti e pronti a farvi la pelle. Ne esce fuori un’esperienza un po’ alla Swarm, in cui mentre vi muovete velocemente, aggrappandovi da una piattaforma all’altra, dovrete buttar giù una serie di nemici divertentissimi da combattere, anche se un po’ monotoni nella forma e nelle dinamiche sulla lunga distanza.

Troviamo poi qui qualche stazione per l’upgrade del proprio armamentario, una mappa attraverso la quale orientarsi al meglio nella stazione e un altro paio di piccole chicche che preferisco non svelarvi in fase di recensione.

Un prodotto quindi solido, che va a migliorare e arricchire ciò che avevamo già visto nel capitolo precedente, ma non tutto – in realtà – torna. L’unico difetto di un design così articolato, rispetto a quello che avevamo visto due anni fa, è che non sempre è chiaro ciò che bisogna fare. La mappa aiuta, i dialoghi dei comprimari – tutti sottotitolati in italiano – anche, ma ogni tanto il meccanismo si rompe lo stesso, e cercare di capire come proseguire dentro a un mondo di gioco esageratamente ampio potrebbe portare a una certa frustrazione. Non capiterà sicuramente a tutti, e qualcuno sarà in grado di leggere gli indizi visivi – o di ricordarsi banalmente i luoghi in cui si è già stati – più di altri, ma rimane comunque un po’ di rammarico per un ritmo che poteva davvero ambire all’eccellenza.

Parliamo comunque di un titolo divertentissimo e strutturato con grazia, che ha soltanto un ultimo – importante – problema. Sebbene sul fronte stilistico Yupitergrad 2 si difenda ancora benone, soprattutto grazie al suo stile unico e graffiante, le performance su Pico 4 sono tutt’altro che accettabili. Ed è paradossale, dato che stiamo parlando di un’esclusiva momentanea che si può giocare soltanto sullo standalone di Pico, ma il framerate è a volte così ballerino che diventa quasi faticoso giocare anche solo per mezz’ora. È un peccato, soprattutto perché a oggi non c’è modo di fruirne in altro modo, e perché sembra essere un problema di sovraccarico che si presenta soltanto dopo qualche minuto di gioco, ma la situazione a oggi è imperdonabile.

Questo ci porta a un altro grande discorso: il motion sickness. Yupitergrad 2 è un gioco velocissimo, quanto – e forse più – della sua precedente iterazione. Se siete abituati al movimento libero, come il sottoscritto, non avrete probabilmente problemi a scorrazzare per i lunghi corridoi della base spaziale russa dentro cui è ambientato il titolo, mentre se soffrite di chinetosi, l’opera di Gamedust potrebbe trattarsi di uno di quei giochi impossibili da avvicinare. Il framerate in questo caso aggrava la situazione, dunque speriamo che un’eventuale uscita su Quest 2 e PCVR vada a migliorare sensibilmente questa grossa magagna.

Yupitergrad 2 è un ottimo gioco, che piacerà moltissimo sia a chi aveva apprezzato il capitolo precedente, sia a chi sta cercando un’avventura veloce e adrenalinica su Pico 4. Peccato per gli imperdonabili problemi di performance, che rendono il titolo di Gamedust – a oggi – sicuramente meno godibile del suo capitolo precedente. Quando Yupitergrad 2 verrà sistemato o verrà portato in condizioni migliori su altre piattaforme avremo invece, finalmente, il grande seguito che tutti meritiamo.

Yupitergrad 2 è disponibile su Pico 4 dal 25 maggio 2023 al prezzo di 24,99€. In arrivo su altre piattaforme di realtà virtuale.






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Alessandro Redaelli

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