Escaping Wonderland |Recensione| Meta Quest, Pico

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GIOCATO SU META QUEST 3

Escaping Wonderland è il seguito di Down The Rabbit Hole, sviluppato dai ragazzi di Cartopia Studios e pubblicato da Beyond Frames Entertainment disponibile su i visori Meta Quest e Pico. Scopriamo insieme, attraverso questa recensione, quanto può essere profonda la tana del Bianconiglio.

Come il suo predecessore, Escaping Wonderland si ispira fortemente all’opera di Alice nel Paese delle Meraviglie. Nel gioco vestiremo i panni di Molly, una giovane ragazza che, dopo aver perso la memoria, si ritrova ancora una volta a vagare per il Sottomondo. Il suo obiettivo sarà tornare a casa, ma il viaggio sarà tutt’altro che semplice: Molly dovrà trovare il coraggio di affrontare il suo più grande nemico e per riuscirci dovrà affidarsi al aiuto dei numerosi personaggi, liberamente ispirati a quelli dei libri di Lewis Carroll.

Il gioco si presenta come un’puzzle game con elementi platform, dove il giocatore sarà chiamato a risolvere degli enigmi per progredire nella trama. Quando interagiamo con gli ambienti o durante i dialoghi con i vari personaggi, la visuale passa in prima persona, permettendoci di vivere l’esperienza dal punto di vista di Molly e di apprezzare le suggestive ambientazioni. Il gioco è inoltre completamente localizzato in italiano, una gradita aggiunta per il pubblico del Bel Paese.

Escaping Wonderland non si limita a immergerci in una fiaba ambientata nel mondo di Alice nel Paese delle Meraviglie, ma ci fa vivere anche il percorso di crescita della protagonista, Molly. La scelta di collocare il giocatore all’interno di un tunnel, dove è possibile spostarsi liberamente utilizzando delle liane per cambiare la visuale e osservare i luoghi già visitati, non solo è visivamente affascinante, ma rappresenta anche un simbolo del viaggio interiore di Molly. Durante il suo percorso, Molly diventa sempre più consapevole di sé, e il passato, anziché essere qualcosa da cui allontanarsi, diventa una parte fondamentale del suo essere, proprio come per noi giocatori, che possiamo vedere da dove siamo partiti semplicemente abbassando lo sguardo.

Tuttavia, la trama e il gameplay, seppur ben realizzati, non brillano per originalità o complessità. La storia è troppo lineare, con colpi di scena prevedibili, rendendo l’esperienza di gioco piacevole ma non memorabile. Anche il gameplay soffre di alcuni limiti. Le dinamiche risultano a tratti ripetitive, con situazioni che si ripropongono e altre che vengono sfruttate troppo poco. La difficoltà, quasi inesistente, non contribuisce a estendere la breve durata del titolo. Sarebbe stato interessante vedere enigmi meglio strutturati e meno lineari, capaci di offrire al giocatore maggiore libertà nella risoluzione.

In conclusione, Escaping Wonderland è un gioco che, nonostante i suoi difetti, saprà tenervi incollati al visore per tutta la sua durata, grazie a una direzione artistica coinvolgente e a personaggi carismatici. Inoltre, è accessibile anche a chi non ha giocato il primo capitolo. Purtroppo, la trama, pur cercando di affrontare temi complessi, non riesce a svilupparli in modo sufficientemente profondo, e il gameplay, seppur con alcune buone idee, risulta troppo superficiale e prevedibile. Consiglio il gioco agli appassionati del genere, che apprezzeranno il lavoro di Cartopia Studios come un buon passatempo. Gli altri, invece, scopriranno che la tana del Bianconiglio non è così profonda come ci si potrebbe aspettare.

 

 

 

 

 




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